Oggi si celebra il funerale di Papa Francesco. Un uomo, con le sue fragilità, ma portatore di un messaggio di luce, accoglienza e amore.
Il mio percorso mi ha portato a esplorare diverse culture e visioni religiose, mantenendo uno sguardo aperto, possibilista ma anche cauto. Credo in un principio superiore, senza nome, e nella connessione tra energie, anime e vibrazioni. La ricerca del bene comune è per me una missione, un valore che dà senso alla nostra esistenza.
In questi giorni, alcune dichiarazioni mi hanno lasciato un senso di amarezza. Più che un tributo al suo operato, ho percepito un tentativo di ridefinire il suo messaggio e di ricondurlo entro confini più rigidi. Eppure, il suo pontificato ha insegnato che la fede si esprime nell’abbraccio verso gli ultimi, nella comprensione, nel dialogo.
Vedo questo momento come un bivio: onorare il suo lascito o lasciarsi avvolgere da dinamiche di potere. La nube che si raccoglie sul suo feretro sembra voler oscurare ciò che ha costruito, ma io credo nella capacità dell’uomo di evolversi in un contesto di luce e amore.
L’eredità di Papa Francesco non è solo nelle parole, ma nelle persone che hanno accolto il suo messaggio e lo porteranno avanti