Prove di scrittura
(2)
Mi son svegliata e tu non c'eri
Abbasso il telefono, il suo respiro ancora nell'aria. Mi alzo e guardo la porta. E per la prima volta, faccio un passo verso di essa.
Ora mi chiedo perché sono qui. Qual è la mia storia? Apro la porta, chiederò a loro.
Sento una voce in lontananza che dice: "Lara… Lara…"
Guardo il telefono. Lo riaccosto all'orecchio. È così che mi chiamo. Lo so. Lo sento. Sta chiamando me.
"Sei un mio parente?"
"Non proprio."
"Dimmi chi sei."
"Lara… ho aspettato. Ti ho aspettato. Sono passati anni… Non so se sia giusto che io ti parli. Esci dalla camera. Chiedi della dottoressa Zeppi. Vedrai che ti aiuterà a capire. Poi, quando sarai pronta, chiamami. Certo, sono cambiate molte cose… ma se sei tornata per restare, parleremo."
Nella mia testa sento confusione. Cosa sta succedendo? Inciampo nei miei pensieri, nelle paure che mi avvolgono come una nebbia pesante. Ma poi, un istinto primordiale—un bisogno di sapere—mi spinge verso quella porta. La apro lentamente, il cuore che batte come un tamburo impazzito.
Un corridoio si apre davanti a me. Le pareti sono candide, quasi accecanti. C'è un silenzio innaturale, spezzato solo dal rumore dei miei passi incerti.
Mi guardo intorno, cercando qualcuno, qualcosa, e infine vedo una donna in divisa bianca che mi guarda con un misto di sorpresa e preoccupazione.
"Posso aiutarla?" chiede, la voce morbida ma cauta.
Le parole mi escono a fatica: "La dottoressa Zeppi… devo vederla."
Lei annuisce, come se capisse più di quanto io stessa sappia. Mi guida verso una porta, e ogni passo sembra portarmi più vicina a una verità che temo e desidero allo stesso tempo.
La porta si apre, e una donna dai capelli grigi ma dall'aria gentile mi osserva da dietro un paio di occhiali sottili.
"Lara," dice, come se conoscesse quel nome meglio di chiunque altro. "Ti stavamo aspettando."
Le sue parole mi travolgono. La confusione nella mia mente si intensifica, ma c'è anche un barlume di speranza. Finalmente qualcuno che potrebbe avere risposte. Mi siedo di fronte a lei, le mani che tremano.
"Chi sono?" chiedo, la mia voce spezzata da mille emozioni.
Lei mi guarda con una calma che non riesco a comprendere. "Sei qui perché stai cercando te stessa, Lara. E io sono qui per aiutarti a ricordare."
Alle pareti ci sono quadri dai colori vividi, che danzano nella mia testa. La dottoressa se ne accorge e sorride. Si alza e si muove nella stanza, soffermandosi su ogni dipinto e indicandomi l’autore. Poi si ferma davanti all’ultimo.
"È Il Bacio di Klimt."
"So che non ti piace," dice con un sorriso complice. "Troppo oro… hai sempre detto che lo trovi privo di leggerezza."
E per la prima volta da quando mi sono svegliata, sorrido. È debole, esitante, ma reale. La sua attenzione e il suo modo di leggermi dentro mi infondono una sensazione di fiducia che non avevo provato fino a quel momento.
"Mi può dire da dove arrivo?" le chiedo, ancora incerta ma con un filo di coraggio che cresce in me.
La dottoressa si ferma un istante, abbassando lo sguardo come per trovare le parole giuste. Poi, con tono dolce ma fermo, risponde: "Lara, il tuo percorso è complesso e non è facile parlarne in poche parole. Sei arrivata qui per tua scelta, perché sentivi di non poter più andare avanti com'eri. Ti sei spezzata, ma sei anche venuta per cercare di ricostruirti."
Fa un gesto verso uno dei quadri colorati sulla parete, come se fosse simbolico. "La vita a volte ci porta a smarrirci per poterci ritrovare. Questo è il luogo che hai scelto per affrontare quel momento. Qui sei al sicuro, e insieme possiamo capire cosa è accaduto."
Con un gesto tranquillo, prende una grossa agenda dalla copertina scura e me la porge.
"Leggila," mi dice, con un’espressione di incoraggiamento. "Chi meglio di te può dirti chi sei?"
Poi si china sotto al tavolo e ne tira fuori un’altra. Questa ha la copertina liscia e intonsa, le pagine immacolate. Sorride mentre la posa davanti a me. "Questa è per te. Potrai iniziare a scriverla quando vorrai. Non avere fretta… non più. Leggi il tuo diario come se fosse quello di un’altra persona. Scoprirai molto più di quello che immagini."
