Lento il fluire fino a farsi più veloce e asfittico. Chiudo gli occhi e respiro, fino ad arrivare al cuore. Dopo e prima si intrecciano. Un nodo in vero poco saldo. Tutto riprende e neanche mi sembra di pensare, solo di fluire, percepire. E poi e poi...
Sento, come foglia che trema nel vento, con gli stomi colmi di rugiada. Tutto esiste nonostante il nostro modo e bisogno di descriverlo, forse ingannando la vita, tra un brivido e l'altro, fino a dilatare un attimo, riempiendolo di senso, talvolta togliendolo.
La variabile è l'anima, come una virgola di sangue, e senza voce, spezza e ti punge con il respiro.
Forse non dovrei?
Scrivo in modo sgrammaticato e non è un vezzo ma la voglia di avere una pagina mia, e che resti mia, dove traccio la mappa stinta dei miei giorni. Senza regole.
Così, quasi per_lettera, la parte di me quasi più autentica.
E il viandante che passa, per noia o per diletto, può credere quello che vuole, e pensare di comprendere, mentre io sono altrove.
Il mio cuore magicamente è esploso a Nara e a volte là torna.
Lontano dalla calca, una casa di legno, si piedi di un rusciello. M
Altre volte torna tra le tue braccia mentre mi baci la fronte.
Restiamo quello che siamo e possiamo essere nonostante le parole degli altri.
E il loro occhi.









