Nel momento esatto in cui scivolai su nuove parole, nom ne percepii altro che la  distanza ed il vuoto tra ognuna di esse.

Continuavo a non amare la perfezione. 

Nessuna sconfitta. 

Nessuna vittoria. 

Senza resistenza.

Ritrovarsi nella luce, come se la incontrassi, per la prima volta, fino a scoprirne la irresistibile fragilità. 

E raccoglierne almeno una scheggia.

Mi ritrovai tra le tue mani. 

Non so se ero morta o appena rinata. 

Il tempo scorre e lascia segni sulla pelle e nel cuore. Ogni piccola traccia, anche impercettibile, è una forma di amore e rispetto per sé stessi, soprattutto se è secreta dal senso supremo della libertà, che spesso è solitudine e modella ogni scelta. 

Scegliamo di continuo, anche nella inconsapevolezza più autentica. 

Se si declama bellezza e gentilezza nel bene, bisognerebbe tenerli stretti anche nel male, nel disappunto e in ogni spiegazione.

Mi piace pensarlo e qui lo dico e qui lo nego. 

Anche se vuoi mettere quanto sia liberatorio un bel...

A me resta sempre il mare. 

E a lui irreversibilmente mi arrendo. 

Alcune presenze sono univoca prova di malessere. 

Esiste una distanza reale fatta di silenzi pieni e immobili e di una voglia sconfinata di solitudine. Oggi, ieri e domani, sono attimi in cui capitiamo, mentre ciò che ci appartiene davvero è l'intervallo tra uno e l'altro.

E la voglia di non smettere di accogliere lo stupore e nuovi battiti del cuore.

Come quando accarezzi le foglie senza strapparle. 

Perché il loro dolore è il tuo. 

Le parole possono trasformare la realtà che ti circonda. 

Ti racconto una storia...

Only for dreamers... 

In giorni come questi l'acqua arriva ovunque e porta tutto via con sé. L'odore di pioggia e salsedine, arriva in ogni andito; quasi attraversa le cose. E inevitabilme le addossa e le lega. Ovunque diventa un posto tra tanti e ti accorgi come la scoperta delle cose si incastri nella bellezza della vita, che non smette di sorprenderti.

Attimo dopo attimo. 

E a volte quegli attimi racchiudono segmenti di infinito e schizzi di azzurro. 

La verità si afferra a mani e occhi nudi.

Il resto è un artificio e un inutile orpello. 

Varie ed eventuali, come virgole. Nel flusso. Quasi pensieri solidi nel crucivia della incomprensione. Non descrivere e strappo i brividi dalla pelle. Come in una foresta. 

In fondo al tunnel. 

Delizioso delirio. 

Non pervenuta. 

Odora di nostalgia, e qualche mattina, è irresistibile. Fino alla mente, più di una marea. E poi di un'altra. Fino a bucare l'anima.

Un ricamo che sa di cuore. 

Sei qui e nessuno ti porta via. 

Le tue mani, le mie. 

Uguali. 

Come se l'amore fosse solo dolore, distacco e assenza.

Invece è la tua idea nei miei giorni, leggera come l'aria.

Altro che nostalgia. 

Sei il mio sangue. 

Adesso i posti li guardo e basta e se li ricordo diventano miei per sempre. Non trattengo ma mi limito a tenere ciò che mi resta più dentro di vicino. Il resto lo sfioro e meravigliosamente resta altrove, salvo remore e ripensamenti, e il bisogno di correre a riafferrarlo. Tutto merita salvezza.

E gratitudine.

Apri le mani per fargli accarezzare il vento. 

Quello che è tuo, torna sempre.

La notte si protende verso un'alba carica di sfumature, quasi un prisma di colori e brividi, nell'incertezza dell'incedere.

Respiri e ti collochi precaria in un lembo del nuovo giorno.

Il fiato come pegno, in attesa di un sorriso che schiuda il cuore alla luce, che investe.

"Tenera è la notte".

Letto e riletto, morde la memoria, mentre l'odore di muro, freddo e pronto al futuro, scriscia contro la pelle. 

Il colore è rosso e adesso è qua, nelle parole che si inseguono oltre queste labbra e un goccio di delirio,  che non guasta mai.

Non puoi ricordarlo quel fuoco tu, anche se te lo descrissi.

Ed è ancora qua.

Le foglie in autunno sono lettere sparse nell'aria  e senza direzione. Dicono e non chiedono, destinate a non ricevere risposta, a prendere vento, terra e cielo e a non tornare mai, quasi a celebrare, come indomite paladine, danzatrici nel tempo, la elogia del distacco.

Uno strappo che accade e  decreta l'attimo irreversibile, difficile da afferrare, ma pregno di consapevolezza.

Per quello, ipnotiche, incantano e lasciano scie indimenticabili ed indimenticate. 

Ognuno ci dona qualcosa.

Anche se non lo sa e magari non vuole.

Diventa inevitabile. 

Oltre il bordo dell'ovvietà, una patina malevola che impedisce di vedere, anche se guardi.

Una storia non è fatta solo di parole ma della loro giusta e completa sequenza. 

Tutto trova il suo senso solo nel posto giusto.