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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)
«Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo» Gv 12,1-11. 

 

Onora Gesù nell’innocenza del puro amore senza preoccuparsi delle altre persone riunite. Infatti, Gesù non è egli stesso sulla via del dono senza misura? Attraverso la sua morte, egli riscatta la vita del mondo. 

 

(Prego)
Ti rendiamo grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno,
per Cristo Signore nostro.
Contempliamo ormai vicini i giorni della sua Pasqua di morte e risurrezione nei quali è sconfitta la superbia dell’antico avversario e celebrato il mistero della nostra redenzione. 

 

(Agisco)
Riscopri il primato dell’amore vissuto sia nella preghiera incessante sia nel servizio umile e generoso.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Carissimi auguri a tutti voi!🕊️🕊️🕊️🕊️🕊️

https://youtu.be/uv4k6HW4e-c

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Gli hacker e il ministero: abbiamo il diritto di sapere

Il ministro Cingolani
Il ministro Cingolani (ansa)
1 minuti di lettura
 
 

Da due giorni un sito del governo italiano è irraggiungibile. Ma non si sa perché né quando tornerà online. Si tratta del sito del ministero della Transizione ecologica, il Mite. Lo stesso ministro Roberto Cingolani aveva avvisato che c’erano problemi, non in un'occasione formale, ma parlando di altro, nel corso di un programma radiofonico: "Mentre vi parlo - ha detto Cingolani il 6 aprile - abbiamo minacce esterne rilevate sulla rete informatica del ministero e per prudenza abbiamo dovuto sospendere il funzionamento di tutti i sistemi informatici del ministero”. Tutto, comprese le mail.

 
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Quali minacce esterne? Criminali informatici che cercano solo di fare qualche soldo sequestrando il sito fino a quando non viene pagato un riscatto? O magari hacker russi, interessati a danneggiare l’Italia e uno dei ministeri chiave in questa fase, quello che si occupa di energia? Non lo sappiamo. Da quando il sito è stato messo offline, non una dichiarazione ufficiale è trapelata dal ministero né dalla neonata agenzia nazionale che si occupa della cybersicurezza, né dalla polizia Postale. Tutti si sono trincerati dietro formule tipo “stiamo lavorando, non abbiamo ancora capito, ci sono indagini in corso”.

Ma un silenzio così prolungato sulla “scena di un delitto” è ingiustificabile e allarmante: abbiamo diritto di sapere che attacco abbiamo subìto (e se è stato davvero un attacco e non invece altro); abbiamo diritto di sapere chi gestisce i sistemi informativi del ministero e se è stato fatto tutto il possibile per prevenire problemi (evidentemente no); abbiamo diritto di sapere se gli attaccanti hanno fatto danni, trafugato documenti rilevanti o indirizzari o altro.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Su cosa poggia la leva del dubbio

 
Una drammatica immagine da Mariupol, un gruppo di civili uccisi mentre cucinavano

Una drammatica immagine da Mariupol, un gruppo di civili uccisi mentre cucinavano

Verità, e altre piccole cose. Ieri su questo giornale il vicesindaco di Mariupol, Serhiy Orlev, ha risposto a una domanda di Daniele Raineri sui forni crematori mobili. C’è la sicurezza al cento per cento che i russi li stiano usando? “No, non sono sicuro e non posso dirlo al cento per cento. Potrò dirlo se e quando riceveremo foto o video fatti con il cellulare oppure immagini prese con i satelliti o riceveremo testimonianze dirette di persone che li hanno visti”. Se non possiamo vederlo né abbiamo testimonianza di chi ha visto non possiamo essere sicuri.

E’ logico. Ripenso alla storia per come l’abbiamo studiata e, correggetemi se sbaglio, di Menenio Agrippa che fronteggia l’esercito aurunco non abbiamo immagini satellitari né video di telefonini: ci siamo grosso modo fidati di chi ci ha raccontato perché era lì e ha riferito a qualcuno che ha scritto. Ci siamo fidati Tacito, per esempio, abbiamo tradotto centinaia di versioni – alcuni di noi più di altri – abbiamo mandato a memoria il racconto di chi ha vinto. Degli sconfitti le tracce sono sempre scarse. Sarebbe interessante un bel confronto televisivo fra storici con uno che mette in dubbio che Asdrubale genero di Amilcare abbia effettivamente preso piede in Spagna.

Ottimo un testimone cartaginese delle guerre puniche ma intanto è andata così, abbiamo dato per buona fin dalle medie la storia pubblicata sui sussidiari. Ora però la domanda è una. Con l’eccezione dei forni crematori abbiamo non solo testimonianze dirette e racconti dei cronisti di guerra ma financo immagini delle telecamere a circuito chiuso degli uffici postali da cui i saccheggiatori hanno spedito a casa il loro osceno bottino. Qual è, esattamente, la leva del dubbio?

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Se Armando avesse ragione

 
 
 

Dialogo tra due amici dopo tanto tempo…

Non più di due giorni fa, ho avuto la fortuna di rincontrare un caro amico. Di tanto in tanto mi tornava in mente, provavo a cercarlo, ma niente, non avevo più il suo numero di cellulare, né il suo indirizzo, né lo ritrovavo sugli elenchi telefonici …oggetti ormai spariti. In quel momento mi tornavano in mente gli episodi della vita che avevamo condiviso ed erano stati tanti, avevano cementato la nostra amicizia ed avevano nel modo in cui ognuno di noi le avesse vissuti ed il significato che ne avesse dato, quanto profondamente diverso fosse il nostro carattere.

Era stato questo a tenerci insieme? Non riuscivo a dare una risposta a questa domanda. Io però ero felice di recuperare questi ricordi, ciò restituiva un senso alla mia vita e mi concedeva la certezza di averla vissuta e di non averla buttata via.

Poi, come capita a volte, per una mera casualità, in occasione di una rara uscita dal mio piccolo mondo in comunità, mentre passeggiavo per una affollata strada di una grande città, a noi vicina, l’ho riconosciuto, l’ho chiamato, l’ho raggiunto, e ci siamo abbracciati. “Antonio!”, ha esclamato, “Antonio, come stai? È da tanto che non ci si vede …quanti anni sono trascorsi, quando è stata l’ultima volta, dove ci siamo lasciati e non più incontrati?”.

Quante domande, troppe domande: mi sono sentito in difficoltà e frastornato, non sapevo cosa rispondere, mentre il mio caro amico sorrideva compiaciuto ed incalzava nel suo chiedere.

All’improvviso mi si sono rischiarati i pensieri e mentre raggiungevamo un tavolino del bar per continuare comodamente la nostra conversazione, o meglio ciò che lui aveva continuato a domandare senza sosta, ecco che mi sembrava di aver capito. Sì che erano trascorsi più di vent’anni, ma lo avevo lì di fronte a me e lo ritrovato dopo vent’anni anni esattamente come lo avevo lasciato: uguale. Uguale in tutto: nella sua raffinata eleganza, nel suo tratto signorile, nel suo sguardo ammiccante ed attento, nel sorriso bonario e intrigante, in quel suo modo così particolare di dire e non dire, di esprimere un concetto, ma lasciare a me l’onere di continuare a riflettere ad alta voce, ad osservare e considerare i  fatti della vita, sempre in una prospettiva futura.

Una volta seduti e mentre ammiravo osservavo il taglio prezioso ed elegante della sua giacca, gli ho chiesto: “Armando ma come fai ad essere sempre così?”.

Mi ha guardato profondamente negli occhi ed ha risposto: “Antonio, nella vita non devi mai, dico mai, guardarti indietro: mai!”.

“Il ricordo del passato, il cullarlo come un neonato, l’accarezzarlo come un bene prezioso, ti lascia solo un senso di frustrazione e di dispiacere. Non è vero che le esperienze del passato, la vita vissuta con i suoi momenti di vittoria e di sconfitta, garantiscono la saggezza e la serenità. No, tutt’altro, garantiscono un ingannevole sentimento di vissuto, una delusione del non fatto e la contezza degli anni trascorsi: la tristezza!”.

“Io non mi sono mai guardato indietro. Guardo sempre in avanti sempre”.

“Antonio, devi sapere una cosa che non ho avuto ancora modo di dirti; circa sei anni fa è mancata Serena, mia moglie, te la ricordi?”. Ho annuito incredulo. “Lei non mi diceva nulla dei suoi problemi fino a quando, ormai troppo tardi, le metastasi partite dal seno avevano raggiunto la colonna vertebrale. È venuta a mancare dopo poco.

Ed anche in questa occasione tragica, non mi sono guardato indietro. È del tutto inutile. Ho girato pagina subito e ho ripreso la mia vita. Tu lo sai che lo facevo già quando c’era lei. Ho sempre seguito la mia di vita, le mie aspirazioni, le mie prospettive, i miei desideri. E tu lo sai …e se tra questi c’erano quelli che tu trovavi inopportuni e scorretti, io ho sempre continuato a seguirli a raggiungerli ed a realizzarli. Solo così, guardando al futuro prossimo e mai riprendendo nei discorsi e nei pensieri il passato, ho vissuto la mia vita al meglio”.

Ho replicato: “Ecco perché ti trovo così bene: molto bene. Sempre pimpante, allegro, sarcastico, ottimista”.

“Sì, mi ha risposto, ognuno di noi ha la sua di vita. Credo che l’errore sia quello di pensare di viverla e di condividerla con un’altra. Non è una buona cosa. Così si creano limitazioni, ostacoli, rinunce, rancori: ed è questo il senso per me del famosissimo verso di Quasimodo: ognuno è solo sul cuore della terra trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera.

Antonio, non guardarti più indietro: pianifica il tuo presente, coltiva sogni, desideri, fattibilità. Hai bisogno di girare pagina, sei ancora giovane, ricco di entusiasmo e di forza. Antonio, credimi: la tua sera non è ancora arrivata anzi è molto lontana!”.

“Coraggio, non deludermi. Hai molto da fare e da dare, da vivere e da realizzare, pensa solo a te, pensa che tu ci sei, pensa che ora puoi decidere subito di realizzare una tua aspirazione, di concretizzare un tuo progetto. Stai bene e non girarti più indietro, mai più!”.

Ci siamo salutati ripromettendoci di rivederci presto. Non so se sarà possibile o se sia un bene per me. Ora ho bisogno di tempo per riflettere e per metabolizzare le sue parole, le sue riflessioni tanto tanto lontane da me. Ho ripreso poi a camminare ed un pensiero ha continuato a turbarmi: e se avesse ragione Armando? Se!

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Lettera di un giovane soldato russo costretto al fronte

 
 
 

Caro Direttore,

mi chiamo Ivan e ho ventidue anni. Ti scrivo in questa maniera un po’ arcaica innanzitutto perché a me scrivere lettere piace tantissimo, e poi perché voglio abituarmi alla comunicazione epistolare, visto che qui da noi potrebbero staccarci internet da un momento all’altro. Se mi chiedi cosa penso della guerra, sinceramente, non saprei dirtelo con precisione, essendo la mia prima chiamata alle armi, ma, in tutta onestà, credo sia una figata pazzesca!

Sono lusingato che il presidente Putin abbia scelto proprio me fra tanti, è un uomo probo e giusto, ha l’Italia nel cuore ed Arcore è la sua seconda casa. Che onore servire il Paese, la nostra è una delle prime potenze mondiali e niente e nessuno potrà sconfiggerci, nemmeno la NATO!

La questione di internet, poi, è un’ingiustizia bella e buona! Ma è un atto dovuto nei confronti dei disertori, di quelli che il fato ha messo contro di noi. Considero una pagliacciata la protesta della giornalista con quei cartelli in diretta al telegiornale. Oh, anche Tolstoj ha parlato di “Guerra e Pace”, Muratov di Novaya Gazeta ha ricevuto il Nobel, si vis pacem para bellum, ho ancora in mente l’incisione sul cornicione dell’accademia di Kazan…

Denazificazione, questo ci ha ordinato l’alto comandante in grado, e a me gli Ucraini sono sempre stati un po’ antipatici, altro che zona cuscinetto, qui bisogna alzarsi dal letto e trasformare il sogno in realtà: liberiamo il Donbass e restituiamo legittimità alla Crimea!

Vi confesso, però, che tempo fa avevo una fidanzata ucraina, l’avevo conosciuta durante la messa del patriarca Kirill, abitava nei dintorni di una chiesa, in una cittadina il cui nome iniziava per “B”. B come bionda, occhi verdi, un culo da paura, facevamo l’amore h24, poi le nostre strade si sono divise. Helena, le comprai persino una borsa Chanel, di quelle che oggi le nostre influencer stanno facendo a pezzi in streaming.

Sui carrarmati yallet spunta una Z, no, non quella di Zorro, ma il simbolo dell’operazione militare speciale, al posto della spada abbiamo fucili d’assalto e granate, ma il generale ha menzionato anche altra roba pesante. Armi chimiche? Direttore, mi meraviglio di te! Quelle ce l’ha il figlio di Biden nei laboratori di Mariupol, lui e il suo socio Zelensky, che però, dai, fa un po’ ridere. Sapevi facesse il comico? L’ho scoperto l’altro ieri, mentre stavamo sparando fuochi d’artificio a Zaporizhzia, abbiamo fatto razzìe in un ristorante del posto (per scongiurare una nuova Chernobyl) e sulla parete c’era una foto proprio di Zelensky con Sean Penn, Grillo e Di Maio che, secondo il ministro Lavrov, di cucina, diciamo così “diplomatica”, se ne intende! Tra una sbornia ed un hangover, abbiamo incrociato lungo la strada del Nord Stream 2 il Sindaco di una città, non ricordo esattamente quale, con indosso una t-shirt di Salvini. Ci ha raccontato, divertito, della gag con Matteo, della sua amicizia con i nostri oligarchi, e dei 49milioni di buoni motivi per spegnere i condizionatori ed acquistare l’energia americana.

Loro ci tolgono internet, yatcht, e conti nel sistema bancario Swift? E noi vi togliamo il gas, facendovelo pagare in rubli. Niente di personale, Direttò, è che su internet girano così tante fake news e chi fa il vostro mestiere qui rischia la legge marziale!

Mi ha però un po’ infastidito vedere la carovana di gente ucraina fuggire dai tank russi, non immaginavo così tante donne e bambini, molti piangevano e, mentre i miei commilitoni scherzavano, io ho ripensato alla mia famiglia, forse l’avevo lasciata troppo prematuramente, mi mancavano i miei amici, la mia scuola, il Rubin, la mia squadra del cuore. La felice e spensierata trasferta di Europa League a Donetsk contro lo Shaktar non la dimenticherò mai!

Ora che siamo a Bucha non posso restare impassibile di fronte alle fosse comuni, non è il mio divertimento, non è la mia passione, non sono i miei valori. Inorridito, indietreggio a passo svelto e inciampo su un corpo dilaniato. Si sentiva ancora l’odore dei suoi capelli, il biondo era rimasto limpido nonostante tutto,  come un fiore di loto nel fango, l’azzurro degli occhi non potevo vederlo, le palpebre di Helena erano serrate ed eloquenti allo stesso tempo. Il suo Amore arrivava esanime e potente nel mio petto sconfortato e lacerato.

Caro Direttore, siccome tu di libri ne capisci, potresti inviarmi “L’idiota” di Dostoevskij? Vorrei regalarlo al mio Presidente…


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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)

«Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!» Gv 11,45-56.

 

Gesù non era un pericolo! Egli muore per il suo popolo, per riunire in un solo corpo i figli di Dio che erano dispersi. Prima della morte, Gesù prega il Padre suo, perché tutti possano essere “uno” come lui con il Padre.

 

(Prego)

Volgiti a noi, Signore
siamo ciechi sulla tua strada
aprici gli occhi, dona la luce
noi vedremo i tuoi prodigi.

 

(Agisco)

Il nostro frequentare la Chiesa e ricevere i sacramenti produca frutti visibili di conversione a Dio e di comunione con i fratelli.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio» Gv 10,31-42.

 

Gesù non è stato condannato a morte, come Giovanni Battista, perché predicava la giustizia e nemmeno perché i suoi miracoli preoccupavano i potenti, ma piuttosto perché si dichiarava Figlio di Dio e, per la legge di Mosè, una simile affermazione meritava la morte. n questi ultimi giorni prima della Passione, la Chiesa ci spinge ad attaccarci, con una fede amorosa e piena, a “colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo”.

 

(Prego)

Concedi, Dio onnipotente,
ai tuoi fedeli, che invocano la grazia della tua protezione,
di essere liberati da ogni male
e di servirti con animo fiducioso.

 

(Agisco)

Prendere le difese di chi è debole

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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)

«Gesù si nascose e uscì dal tempio» Gv 8, 51-59.

 

E poi ci arrabbiamo quando lui non fa ciò che noi vorremmo, quando lo invochiamo, quando pretendiamo un suo intervento... Ecco lui fugge da una spiritualità di miracoli o di evidenze. Si ostina invece nella vita di ogni giorno attraverso mani parole occhi di tanti che ci circondano...figli di  quell'unico Dio che Lui conosce bene.

 

(Prego)

Sapremo nel deserto resistere al maligno nell'ora della lotta il tuo nome invocare?

 

(Agisco)

Creare pace che fiorisce da gesti di collaborazione di perdono

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