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ultimo accesso: 12 settembre

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donmichelangelotondo più di un mese fa

 (Leggo)

«Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! » Lc 24,35-48.

 

L’apparizione di Gesù agli apostoli è strana e tuttavia familiare. Dice loro: “Pace a voi!”. Ma essi sono colti dalla paura e pensano che si tratti di uno “spirito”. Allora, egli fa toccare loro il suo corpo, e mangia davanti ai loro occhi.
Perché, siccome la fede nella morte e nella risurrezione di Gesù è il fondamento di tutta la predicazione, questa non tollera alcun dubbio.

 

(Prego)

O Dio dei nostri padri, che hai disposto gli eventi della storia per prefigurare il mistero del tuo Figlio divenuto per noi Servo sofferente e Signore glorificato, rendici degni della grazia che ci hai donato con la fede nel Cristo che vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

(Agisco)

Leggo per intero un libro biblico del nuovo testamento e magari mi faccio aiutare da qualcuno per una comprensione generale del testo.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Carissimi, tra una commissione e l'altra ascoltate questa stupenda intervista... https://www.raiplay.it/video/2022/04/A-Sua-immagine---Lorena-Bianchetti-in-un-colloquio-esclusivo-con-Papa-Francesco---15042022-7ff801e9-4792-465c-be50-ef5e185d3795.html?wt_mc%3D2.app.cpy.raiplay_vod_A+Sua+immagine_A+Sua+immagine+-+Lorena+Bianchetti+in+un+colloquio+esclusivo+con+Papa+Francesco+-+15%2F04%2F2022.%26wt

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato.

Così un’antica Omelia sul Sabato santo invita a sostare nella contemplazione di quel Dio addormentato, che si è fatto solidale con gli uomini mortali, entrando come loro nel sonno della morte.

Il sonno del Cristo illumina il sonno della morte di ogni mortale: è un’immagine carica di speranza e di fiducia, non già all’insegna di un’ingenua consolazione che vorrebbe edulcorare la tragicità della morte, facendole indossare i tratti metaforici del sonno, ma rischiarata dalla fede nel Dio di Abramo, nel Dio di Isacco e nel Dio di Giacobbe, nel Dio non dei morti, ma dei viventi (cf. Mt 22,32), e illuminata dalla sua promessa di vita.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)

<<...dove lo crocifissero..>>  Gv 18,1- 19,42.

La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che glorificano il Padre. Non si vuole essere masochisti, ma amare è anche un impegno!

 

(Prego)

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

 

(Agisco)

Valuto e valorizzo ogni mio legame.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)

<<...cominciò a lavare i piedi dei discepoli...>> Gv 13,1-15.

 

Il nostro Signore ha esortato sempre durante la vita a scegliere l ostile del servizio, Lui ha continuato ad amare nel dolore Giuda, ha continuato ad amare i suoi discepoli nonostante le loro debolezze...si è reso cibo spirituale per il nostro cuore e per la santità del nostro corpo!

 

(Prego)

Ci ha riuniti tutti insieme Cristo, amore.
Rallegriamoci, esultiamo nel Signore!
Temiamo e amiamo il Dio vivente,
e amiamoci tra noi con cuore sincero.


(Agisco)

Mi impegno a vivere l'adorazione notturna della mia parrocchia o pregare presso il repositorio della parrocchia.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Che succede se la polizia stradale ferma un'auto senza pilota

Che succede se la polizia stradale ferma un'auto senza pilota
1 minuti di lettura
 

Ci sono a volte episodi che ci ricordano che le cose cambiano anche quando sembriamo immobili. E che il futuro prima o poi arriva. Prendiamo le auto che si guidano da sole. Sembravano imminenti, precedute da annunci roboanti, poi si sono un po’ perse. Ma adesso ci siamo, quasi. Dal 1 febbraio a San Francisco hanno autorizzato l’uso di robotaxi, taxi senza pilota alla velocità massima di 48 chilometri orari. Si tratta di quelli prodotti da Cruise, una società controllata da General Motor e Honda.

 

Ovviamente in una prima fase si è deciso che le corse siano gratuite, perché si tratta di una sperimentazione; tranne quelle notturne, fra le dieci di sera e le sei del mattino. Come sta andando? Alla grande direi. Ma qualche sera fa una pattuglia della polizia ha intimato ad un taxi senza pilota (e in quel momento senza passeggeri a bordo) di fermarsi. Non per caso: aveva le luci spente ed era sera. Multa sicura.

 

Il taxi si è fermato e i due agenti avrebbero voluto intimare, come si fa sempre, al pilota di tenere le mani bene in vista sul volante ma nell’auto non c’era nessuno. Allora sono scesi e hanno cominciato a girare attorno alla vettura vuota mentre i passanti intorno si fermavano commentando divertiti. Quando gli agenti sono tornati alla loro auto per chiedere istruzioni il robotaxi è improvvisamente ripartito e allora gli agenti hanno iniziato ad inseguirlo a piedi. Per fortuna si è fermato un centinaio di metri più in là e un responsabile di Cruise ha successivamente spiegato che il taxi mica stava scappando, ma ha soltanto cercato un posto più sicuro dove stazionare. La scena era surreale eppure è uno squarcio del mondo che verrà. Se c’è un’auto senza pilota, chi ferma davvero la polizia stradale? A chi contesta l'infrazione? A chi chiede di esibire i documenti? All’algoritmo che la sta governando? 

Presto avremo le risposte. Il futuro come sempre arriva.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Opinioni, fascisti e pensiero unico

 
Il cast di "Catarina e la bellezza d’ammazzar fascisti" in scena al Teatro Argentina di Roma

Il cast di "Catarina e la bellezza d’ammazzar fascisti" in scena al Teatro Argentina di Roma

Verità, giustizia, bellezza e altre piccole cose. Ho avuto ieri la risposta alla domanda: a cosa serve il teatro se il mondo finisce? A cosa serve l’arte, che senso ha dipingere cantare filmare danzare, scrivere e disquisire mentre il mondo come lo abbiamo conosciuto muore: di peste di bombe, di carestia. Non dovremmo invece agire, fare cose che cambiano le cose – combattere, sì - anziché limitarci a raccontarle, custodendo come monaci frammenti di memoria?

L’arte è davvero una forma di lotta anche quando i teatri diventano rifugi e tombe, lazzaretti? Lo è, mostrano Tiago Rodrigues, drammaturgo e regista portoghese, e i suoi fenomenali attori in scena. “Catarina e la bellezza d’ammazzar fascisti”, sarà ancora per due giorni al Teatro Argentina di Roma. Non perdetelo, è l’azione di scena più potente che possiate vivere. Rodrigues, 45 anni, ha scritto un meraviglioso testo fluviale, partitura per otto voci: si chiamano tutti Catarina, i protagonisti, in omaggio alla bisnonna che per vendicare Catarina, bracciante assassinata dai fascisti, ne uccide ogni anno uno  – un complice, un mandante – e queste volontà lascia: che tutti nella sua famiglia continuino a farlo a partire dal loro ventiseiesimo anno.

L’ultima delle Catarinas non riesce. Il dubbio entra “come vento dalla finestra”. E’ questa dunque la giustizia? Memorabile il monologo della Catarina madre sulle “opinioncine”, sulla libertà di parola – il dibattito in corso sul pensiero unico. Vero protagonista dello spettacolo è il pubblico, sempre illuminato da mezza luce. Arriva infine il comizio del politico, parole che sentiamo distrattamente ogni giorno. E lì, nella reazione del pubblico, il teatro diventa azione, torna coscienza.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Orfani bianchi

 
 
 

di Antonio Manzini

Quante stelle sono in cielo, dimore eterne di bimbi volati precocemente via da una vita pesante come il piombo?

Quante madri, dilaniate sino all’inverosimile, hanno subito sulla propria pelle lutti del genere?

Questo è l’epilogo di tanti “orfani bianchi” ovvero bimbi che una madre la hanno ma poi si svegliano una mattina e le loro mamme non ci sono più. Partite. La maggior parte verso l’Italia. A fare le badanti, a prendersi cura dei nostri vecchi e dei nostri figli. Mentre i loro vecchi e i loro figli restano da soli, in Romania, Moldavia, Ucraina, Polonia o Russia.

I figli a distanza crescono con le nonne, le zie, i vicini di casa o addirittura da soli in istituti per minori, gli “internat” anche a causa dell’assenza degli uomini, i padri, spesso violenti, spesso semplicemente fuggiti.

Secondo l’Unicef sono almeno 350mila in Romania, 100mila in Moldavia.

Per questi bimbi la separazione dalla madre è troppo dolorosa, l’attesa troppo lunga da sopportare. Nei casi meno drammatici, questi bambini finiscono per essere depressi, sviluppano dipendenza dalle droghe o dall’alcol, o prendono la strada dell’illegalità. Nei casi più drammatici si tolgono la vita, anche a dieci, undici, dodici anni. Un gesto estremo con cui cercano di far tornare le proprie mamme.

L’altra faccia della medaglia di questi orfani bianchi sono queste donne costrette dalla necessità a lasciare ciò che di più caro hanno per salire su un pullman che le porterà in Italia.

Un Paese in cui è il mercato dell’assistenza familiare che le cerca. Le vediamo guidare sotto braccio i nostri anziani, accompagnarli negli ultimi anni della loro vita, occuparsi di quello di cui non vogliamo (o possiamo) più occuparci.

Fare la badante significa vivere nella stessa casa dell’anziano assistito, lavorare senza sosta, trascorrere notti in bianco. È un lavoro logorante e, a volte, non c’è nemmeno la comprensione o la tenerezza di qualcuno che possa alleggerire il carico fisico ed emotivo di queste donne straziate.

Tutto questo sapientemente descritto dalla penna di Antonio Manzini. Un romanzo che ci sbatte in faccia tanto orrore senza mezzi termini e con risoluta e voluta crudezza. Una vergognosa e tremenda realtà da cui inconsapevolmente sfuggiamo dietro la serena cortina d’ignavia sempre più impegnati a godere del nostro tranquillo rifugio mentre fuori si abbatte una tempesta inimmaginabile.

Un libro da leggere assolutamente.


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