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donmichelangelotondo più di un mese fa

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"Questi rifiuti galleggiano da 50 anni: vi faccio vedere un mare di plastica"

Enzo Suma (pugliese, 40 anni) ha creato Archeoplastica per condividere il problema dell'inquinamento. Buste di patatine, flaconi, creme solari, oggetti di ogni tipo: dalla sabbia a Instagram

1 minuti di lettura
 
 

Quante volte, passeggiando sulla riva, capita di trovare tra la sabbia un pezzo di plastica trasportato lì dalle onde del mare. Le spiagge sono piene di tappi di bottiglia, cannucce e cotton fioc. Alcuni rifiuti però, più di altri, sono la testimonianza di come la plastica non muore mai. A fare la differenza è l'età dell'oggetto. Scovare, nascosto sotto i granelli di sabbia, un flacone di talco Felce Azzurra che sembra uscito dall'adolescenza di qualche nonno invita a riflettere e a porsi delle domande: "Da quanto tempo questa plastica è in circolazione?", "Di che anno è?".

Enzo Suma (40 anni) ha creato Archeoplastica "il museo degli antichi rifiuti spiaggiati" 

Enzo Suma, 40 anni, da più di dieci guida naturalistica a Ostuni, in Puglia, e alle spalle studi in Scienze ambientali, trova la risposta a questi interrogativi datando gli oggetti più bizzarri che trova sulle spiagge e inserendoli in Archeoplastica, un museo virtuale che ha lo scopo di sensibilizzare le persone sul problema dell'inquinamento. Niente quadri o statue, neanche mezza fotografia. Nell'esposizione online ci sono solo antichi rifiuti spiaggiati. Come il pacchetto di patatine con la data di scadenza ancora perfettamente leggibile: 1983. O il flacone in plastica del detersivo WcNet che risale ai primi anni '70. O ancora l'insetticida in polvere che conserva il suo prezzo: 150 lire.

Secondo le stime solo nel 2015 sono stati prodotti circa 6300 tonnellate di rifiuti di plastica, di cui appena il 9% è stato riciclato: il 12% è stato incenerito e il 79% è stato accumulato. Se le attuali tendenze di produzione e gestione dei rifiuti non cambieranno entro il 2050 circa 12 mila tonnellate di rifiuti di plastica saranno nelle discariche o nell'ambiente naturale. E questo vuol dire che aumenterà anche la plastica che si trova in mare.
 

 

"Io raccolgo plastica da tanto tempo, ho sempre organizzato giornate di pulizia delle spiagge - spiega Suma - Da quattro anni però ho iniziato a fare attenzione a quello che trovo e metto da parte i rifiuti più vecchi che arrivano dal mare". Tutto è nato da un semplice flacone di plastica: "Era una crema solare con il prezzo in lire, che riuscii a datare comparandolo a una vecchia pubblicità. Quel rifiuto aveva 50 anni. Pubblicai la foto sul mio profilo Facebook e mi accorsi che nei commenti molti facevano riferimento al problema dell'inquinamento del mare". A quel punto è arrivata l'idea: mettere questa narrazione curiosa e inusuale e la sua nota nostalgica a servizio di un'opera di sensibilizzazione.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

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Marco 10,1-12

<<...la folla accorse da lui..>>

Si vive per amare, se vivi senza amare sei già morto...ogni affetto, legame, anche con chi ci è meno simpatico..se non proprio nemico... ci stimola a quella vitalità di vita e misericordia che Dio stesso è!

 

(Prego)

Gesù che regna sulla croce
icona povera e amante
ai nostri occhi dà la luce
perché vediamo in lui la gloria.

 

(Agisco)

Saper manifestare gioia e gratitudine verso chi ci vuol bene

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Lo chef Luca Gallo e l’Alleanza Slow Food

 
 
 

Entrato da poco a far parte dell’Alleanza Slow Food, il giovane chef andriese Luca Gallo ci parla dello stretto legame che unisce cucina e tradizione di una terra ricca di storia come la Puglia

Ciao, Luca. Cos’è l’Alleanza Slow Food?

Slow Food è una grande associazione che si impegna a rispettare e a dare il giusto valore al cibo, partendo dal rispetto per chi produce, come produce e quindi nel pieno rispetto di ambiente ed ecosistemi. Tutto questo avviene grazie ad un’attenta ricerca di saperi di cui sono custodi le tradizioni locali .

 

Quanta importanza assume la cucina a “chilometro zero” per i giovani chef?

La cucina a “chilometro zero” per i giovani chef dovrebbe avere un’importanza rilevante. In un mondo in cui ormai la tecnologia e l’industrializzazione prendono sempre più il sopravvento, soprattutto in ambito agricolo, sarebbe bello spingere far tornare le nuove leve a dove tutto ha inizio. Ovvero dal piantare il seme fino a seguire insieme l’evoluzione, nel pieno rispetto della natura, senza additivi chimici, e poi raccogliere il prodotto ottenuto e tirare fuori un bel piatto genuino. Dietro al “chilometro zero” c’è tanto da scoprire, tradizioni antiche che si scoprono attraverso il racconto di piccoli agricoltori che conservano l’autenticità di un prodotto genuino e sano.

Come si valorizzano maggiormente i prodotti tipici del nostro territorio?

Quale modo migliore di valorizzare un prodotto tipico se non adoperandolo in cucina?  Ritengo che al giorno d’oggi lo strumento più importante di comunicazione per noi cuochi sia proprio il racconto attraverso un piatto. Dietro un piatto che viene servito in sala ai nostri commensali ci sono innanzitutto delle mani sapienti che lo hanno preparato, il rispetto della materia prima e, soprattutto, delle emozioni, emozioni che chi prepara il piatto deve essere bravo a trasmettere al suo cliente ed è li che parte una festa per il palato permettendogli di vivere un’esperienza unica. Così per fare un esempio: che emozione vi suscita un buon piatto di strascinati con delle ottime cime di rapa del contadino di vicino a casa, un po’ di mollica di pane fritto, il tutto accompagnato da un ottimo olio Extravergine d’Oliva?

Quale ingrediente non può mai mancare nella tradizione pugliese?

Al primo posto ci metterei il nostro olio extravergine d’oliva conosciuto come “l’oro” di Puglia . Siamo conosciuti anche come città della burrata, altro ingrediente immancabile ormai sulle nostre tavole, così come gli ottimi formaggi provenienti dalle varie masserie, o il caciocavallo podolico del Gargano e potrei continuare all’ infinito forse. Abbiamo un vastissimo patrimonio culturale e culinario e la nostra mission è, appunto, quella di tutelarlo.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Ucraina. La folle contesa

 
 
 

Né vincitori né vinti

In questo secolo di deboli ginocchia (Ippolito Nievo) e di vecchi dittatori, dico io, embrioni nuovi si stanno formando del secondo tipo. Questi sopperiranno i “vuoti” dittatoriali e non lasceranno i genuflessi come se stessero pregando al loro dio, dopo averlo sfiduciato con blande suppliche. Ché di sfiducia si sta consumando la mordacchia allo scorato cavallo di “Troia”, impastoiato nell’arido deserto d’idee… l’andazzo, se da una parte acquieta lo spirito d’impresa, catapultandolo in una specie di apatia, dall’altra attiva fortemente i geni imperialistici di chi brama continuamente molto più spazio, del posseduto, da calpestare.

Si rinnovano i venti di guerra in Europa? Si risvegliano i tanto creduti, sopiti rancori, dopo quasi settantasette anni spesi a lavorare e costruire sulle vecchie macerie? Siamo alle vecchie anime convulse? Alle pazzoidi imprese slave e alle rapacità yankee?  L’America, nelle vesti di “buon samaritano” non dà più affidamento. È per via dei suoi preoccupanti arsenali, sempre pieni e con le fabbriche della morte che non hanno mai smesso di far straordinari…

 

Putin ch’è pure un tipo da salotto in grigio-verde, con la sua oscillante, quasi mafiosa andatura, non lo manda a dire il perché di tanta ostentazione bellica, ma è nei fatti che lo dimostra. Coloro che aspirano e prospettano certi conflitti, lo fanno senza tener conto del potenziale atomico che, diversi Paesi del mondo, hanno a disposizione. Sono in tanti a stringere la cinghia con i beni di prima necessità, pur di munirsi di armi ed equipaggiarsi a “dovere” nell’eventualità, o prospettiva, di una guerra…cercata?

Una guerra, più che scaturire da incomprensioni tra i popoli, il più delle volte nasce per mettere sul campo le nuove tecnologie della morte e testarle sulla povera gente. È una dimostrazione di tragica farsa, più che di forza, il mostrare la propria muscolatura come usano fare i gorilla in calore.

Laddove mancano queste “condizioni”, sono i produttori di armi ad attivarsi per crearle, col prendi due e paghi uno. Non solo. La “spesa” te la consegnano a domicilio con porto franco. Sono i raiders che giocano in borsa… della morte.  Io porrei a questi “Signori” una domanda: -Cosa avete al posto del cervello, pula? Una eventuale terza guerra mondiale sarebbe certamente l’ultima: non si scappa da nessuna parte.

Per vincere certi conflitti non servono eroi, a meno che non si prenda ad esempio chi si prodiga a suon di saggezza e non di mortai, per fermarli. E poi: quegli eventuali, dannati profitti acquisiti, daranno pacatezza d’animo o solo di borsello?

Gli accordi internazionali tra Stati, non vanno scritti sulle dune del deserto o sulle nevi poste al sole. Ognuno di noi ha in mano uno “scalpello” affinché i patti e le promesse siano scolpite con ordine sulla pietra, con destrezza e maturanza di pensiero, senza lavar la testa all’asino…afferma il Nievo nel suo “Il Conte pecoraio”.

La messa in opera di un’idea va ponderata in modo che non sfugga nulla che possa comprometterne le fattezze finali. Queste sono legate da sequenze procedurali, consumate diligentemente in modo che il risultato stesso sia il frutto di un lavoro ben speso. Le trattative non sono scevre da responsabilità, per cui non si deve giocare al “chi sa mentire di più e meglio” ma a “chi sa manovrare meglio gli arnesi della saggezza”, visto che ci sono punti in cui non è più possibile il ritorno. Una Terza Guerra Mondiale sarebbe certamente una: “Demenziale Eutanasia Mondiale”.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

I libri di carta durano secoli, il digitale no

aggiornato alle 12:21 1 minuti di lettura
 

Il 23 febbraio del 1455 venne stampato il primo libro. Naturalmente una Bibbia. Il merito come sappiamo va al tedesco Johannes Gutenberg, che aveva inventato la tecnica per la stampa a caratteri mobili. Se ne parlo oggi è perché quella Bibbia ancora esiste: ce ne sono 48 esemplari in giro per il mondo, di cui 21 completi.

Il libro, è evidente, è una tecnologia che dura nei secoli. Lo stesso non si può dire del digitale. Eppure viviamo in un'epoca in cui abbiamo la sensazione di poter conservare tutto: i messaggi che ci scambiamo, le foto che scattiamo con gli smartphone, le email. Salviamo tutto sul cloud nella speranza di rendere quei file eterni ma non è così.

 

Una pagina della Bibbia del 1455 (GettyImages) 

 

 

Per rendersene conto basta cercare in rete qualcosa di dieci o quindici anni fa. Probabilmente quel sito web non esiste più; e quel link indicato su Wikipedia nel frattempo porta ad una pagina di errore; e quell’immagine sembra scomparsa. Il problema è stato segnalato qualche anno fa da uno dei padri di Internet, Vint Cerf che ha parlato del rischio di vivere un secolo che sarà dimenticato, una specie di medioevo: infatti il digitale aggiorna continuamente il modo in cui viene scritto, il codice, e molti documenti degli anni ‘90 o ‘80, se ancora sono in rete, sono illeggibili. Anche quello che mettiamo sui social, che per molti di noi sono diventati una specie di diario quotidiano, sopravviverà il giorno in cui i social network di oggi verranno sostituiti per esempio da quelli del metaverso? A questo proposito Vint Cerf avvertiva che ogni volta che digitalizzaziamo qualcosa per renderla eterna in realtà è come lo stesso infilando su un buco nero. Cosa fare? Se volete che qualcosa duri davvero nel tempo, diceva Cerf, stampatela. 

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donmichelangelotondo più di un mese fa

...ancora il machismo di Berlusconi...o semplice interesse...

 

Il senso di B. per l'amore

 

Silvio Berlusconi con Marta Fascina, la sua attuale fidanzata cone cui, pare, non si sposerà

Silvio Berlusconi con Marta Fascina, la sua attuale fidanzata cone cui, pare, non si sposerà

Pensavo, leggendo la rivoluzionaria teoria di Berlusconi sul matrimonio, che i conservatori non smettono di sorprendere. Va bene, succede sempre quando sono in ballo i loro interessi personali, ma questo dettaglio non deve offuscare la portata innovativa di affermazioni lapidarie capaci di cambiare il senso comune. “Il rapporto d’amore stima e rispetto è così profondo che non c’è alcun bisogno di formalizzarlo col matrimonio”, ha detto nello smentire nozze imminenti con “la signora Marta Fascina”.

Uno potrebbe anche attardarsi sulla raffica di telefonate di figli e nipoti che deve aver ricevuto nelle ore precedenti la dichiarazione rivoluzionaria, sul traffico di legali e premurosi consiglieri che devono averlo raggiunto, dotati di un ampio pieghevole, per illustrare coi disegni l’albero genealogico e l’asse ereditario. Ma sarebbe meschino. Berlusconi è avanti. Mentre a sinistra coppie esauste si sforzano di riaffermare la tenacia come valore e la costanza di rendimento come forma eroica di resistenza alla spregevole superficialità dei tempi lui, semplicemente, derubrica il sacramento a formalità.

L’amore non ha bisogno di sigilli, come del resto nel segreto delle proprie vite ciascuno sa. Ora, pensavo anche, sarebbe ottimo se svolta questa pratica B. volesse fare anche una telefonata al suo amico Vladimir - indimenticate le gite in dacia coi colbacchi, per tacere degli svaghi accessori. Potrebbe intrattenerlo sul fatto che è stato a un passo dal Quirinale, i soliti ingrati lo hanno tradito ma lui ormai è uno statista, l’upgrade è fatto. Svagatamente passare all’Ucraina. Non si sa mai, tra egolatri. Magari Putin gli presta più attenzione che a una petizione su change.org. Io proverei.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

“Ho dovuto”

1 minuti di lettura
 
 

La prima cosa bella di giovedì 24 febbraio 2022 è una battuta nel trailer del film Il ritratto del duca, che per chi va ancora al cinema (e andiamoci!) già vale il biglietto. Non bisognerebbe mai giudicare un film dal trailer, perché capita ci infilino, specie nelle commedie, tutte le cose migliori e il resto è mancia. E comunque c’è questo pensionato Robin Hood che ruba un Goya alla National Gallery di Londra e chiede un riscatto da versare in beneficenza. Al processo l’avvocato che lo interroga nota: “Lei si è sposato giovane”. Lui risponde: “Ho dovuto…”. L’avvocato ripete: “Ha dovuto…”. E l’imputato: “Era amore….”. A quel punto le donne in giuria sono sedotte, ma anche parte del pubblico in sala. Rubare un Goya per darlo ai poveri è un’impresa la cui audacia è minima se confrontata a quella di scegliere una persona da giovane e passarci tutta la vita, anche se lei è Helen Mirren, anche se la vita si svolgeva qualche generazione fa.  L’intensità può produrre naturalezza. “Ho dovuto”, perché era più forte di me e non mi lasciava altra possibilità. Ho dovuto come in acqua ho nuotato e nell’aria respirato. Nell’attesa del Duca sono andato a vedere La persona peggiore del mondo, un film sull’amore contemporaneo, così realista, con tutti i dubbi, i rimpianti, i ritorni fuori tempo massimo. E’ complicato, ma lo è quando non funziona. Quando è giusto diventa semplice,  “dovuto”.   

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donmichelangelotondo più di un mese fa

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Marco 9,41-50

<<...abbiate sale in voi..>>

"Ma teu r tinn r soil 'n goip? (=ma tu hai il sale in testa)" Anche nel nostro dialetto il sale è simbolo di ragionevolezza (non dico sapienza...), ma quella qualità che permette di dare gioia, sapore, gusto alla vita sia a se stessi, sia a chi ci sta intorno! Ecco Gesù si autopresenta come elemento ch possa DONARE tale bellezza diffusiva!

 

(Prego)

Piccolo gregge, non temere
Dio ha voluto darti il suo Regno
egli ti guida con pastori
scelti e chiamati per amore.

 

(Agisco)

Mi impegno a donare gusto e sapore alle persone che incontrerò in questa giornata.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

https://www.ilsole24ore.com/art/putin-lancia-guerra-all-ucraina-esplosioni-kiev-odessa-kharkiv-AEzMfqFB 
...alla fine i falchi si alzarono...giungeranno le colombe e anche sulle rovine la loro presenza dirà: beati i costruttori di pace...😔💪🏼🙏🏻🕊️

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donmichelangelotondo più di un mese fa

https://www.ilsole24ore.com/art/putin-lancia-guerra-all-ucraina-esplosioni-kiev-odessa-kharkiv-AEzMfqFB 
...alla fine i falchi si alzarono...giungeranno le colombe e anche sulle rovine la loro presenza dirà: beati i costruttori di pace...😔💪🏼🙏🏻🕊️

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