La gente del villaggio diceva che le loro canzoni erano magiche,
che avevano il potere di guarire le ferite dell’anima e
risvegliare i sogni sepolti nel cuore. Ma nessuno sapeva il
segreto di quelle voci. Non erano le loro gole a cantare, ma
l’acqua stessa.
Una notte, mentre si tenevano per mano, si avventurarono più a
valle, dove il ruscello si allargava in una piccola cascata. Lì,
con i piedi nell’acqua, si guardarono negli occhi e iniziarono a
cantare. Le note si alzarono, avvolgendo i loro corpi come un
abbraccio invisibile.
L’acqua rispose, danzando tra le rocce e le foglie. Le voci dei
due amanti si fusero con il flusso, e improvvisamente, l’intero
bosco sembrò risvegliarsi. Gli alberi si piegarono, le stelle
brillarono più intensamente e gli animali si radunarono intorno
alla cascata.
Quella notte, l’amore dei due cuori innamorati si trasformò in
qualcosa di etereo. Le loro voci non appartenevano più solo a
loro, ma a tutto ciò che li circondava. L’acqua portava via il
dolore e la solitudine, e ogni goccia diventava una nota di
speranza.
Da allora, il ruscello divenne un luogo sacro. Le persone
venivano da lontano per ascoltare le canzoni dell’acqua e per
cercare conforto nelle sue onde. Ma solo i due amanti sapevano la
verità: le loro voci erano il dono di un amore che superava il
tempo e lo spazio.
E così, ogni notte, si tenevano per mano, cantando insieme mentre
l’acqua danzava intorno a loro. Le loro anime erano legate per
sempre, e anche quando i loro corpi non sarebbero stati più sulla
terra, le loro voci avrebbero continuato a risuonare
nell’eternità. ©
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