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LabileAurora

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"Si narra che il fiume
correndo verso il mare
racconti a se stesso delle fiabe
per farsi compagnia
e per avere meno paura
di quell’attimo in cui
diventerà immenso."


Chandra Livia Candiani - Sogni del Fiume

 

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Questa sì che era vita: girare, fermarsi e poi proseguire, sempre seguendo il nastro bianco che si snodava lungo la costa sinuosa, liberandosi di ogni tensione, una sigaretta dopo l’altra, e cercando invano delle risposte nell’enigmatico cielo del deserto“.

 

John Fante - Ask The Dust

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“Se ho incluso la Visibilità nel mio elenco di valori da salvare è per avvertire del pericolo che stiamo correndo di perdere una facoltà umana fondamentale: il potere di mettere a fuoco visioni a occhi chiusi, di far scaturire colori e forme dall’allineamento di caratteri alfabetici neri su una pagina bianca, di pensare per immagini. Penso a una possibile pedagogia dell’immaginazione che abitui a controllare la propria visione interiore senza soffocarla e senza d’altra parte lasciarla cadere in un confuso, labile fantasticare, ma permettendo che le immagini si cristallizzino in una forma ben definita, memorabile, autosufficiente, «icastica».”

Italo Calvino - Lezioni americane

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Il fiume e l'oceano

Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.


Kahlil Gibran
 

 

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Gao Xingjian - La Montagna dell'Anima

 

 

 

 

 

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All’uscita del villaggio, risalendo il fiume, le enormi pietre sono state levigate e arrotondate dall’acqua.

Lei cammina sulle pietre umide ricoperte di muschio, calzando scarpe di pelle. Le dici che così non andrà lontano, allora ti chiede di prenderla per mano. Come previsto, scivola. Ne approfitti per attirarla a te, dici che non l’hai fatto apposta, lei dice che sei un mascalzone, corruga la fronte, ma con le labbra chiuse abbozza un sorriso all’angolo della bocca, non puoi fare a meno di baciarla, le sue labbra si abbandonano, sei stupito dalla morbidezza. Assapori il piacere del suo alito profumato, dici che in montagna succedono spesso queste cose, lei è seducente, tu sei sedotto. Si lascia andare contro di te e chiude gli occhi.

Gao Xingjian - La Montagna dell'Anima

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Sono mille anni che si racconta questa storia, le sussurri all’orecchio.

E si continuerà a farlo, risponde lei.

Per altri mille anni? Domandi.

Fa cenno di sì, con un sorrisetto da bambina maliziosa. Esulti.

Gao Xingjian - La Montagna dell'Anima

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Il cacciatore è stato mitizzato. Storia e fiaba si sono fuse dando vita alla leggenda popolare. La realtà esiste solo nell’esperienza, o meglio nell’esperienza del singolo individuo, e tuttavia nel momento in cui viene trasmessa agli altri si trasfigura, si fa racconto. E’ impossibile dimostrare ciò che è reale, e in fondo non ce n’è alcun bisogno: lasciamo il compito ai filosofi. Ciò che conta è la vita. Reale sono io, seduto davanti al focolare, in questa stanza annerita da olio e fumo mentre guardo le fiamme danzare nei suoi occhi. Reale sono io come reali sono le sensazioni che provo in quest’attimo, e che non posso comunicare a nessuno. Fuori, i verdi monti sono velati dalla spessa coltre di nebbia che li avvolge e il rapido scrosciare delle acque di un torrente risuona nel tuo cuore. E questo basta.

Gao Xingjian - La Montagna dell'Anima

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Nel nostro mondo vertiginoso la verità dovrebbe indossare vesti essenziali. Fino a ora pigra e reticente, dovrebbe recuperare la sua meraviglia e determinazione. Gli antenati aspetteranno con pazienza di essere saziati dal dolce nutrimento di questa nuova verità. Essi sapranno attendere senza mai influenzare il naturale corso degli eventi, senza mai abbandonare la loro serafica passività.

La passività è il meraviglioso attimo di tensione di ogni compimento, l’attimo in cui il tramonto, tra la paura e l’ansia, emana il suo estremo bagliore prima dell’invasione della notte; l’attimo in cui le cose vogliono mantenere inalterato il loro aspetto, conservando la loro “perfezione” il più a lungo possibile; il meraviglioso attimo di tensione dell’acqua agitata che ritorna all’immobilità.

La passività è un istante immortale, è il tempo dell’eternità.

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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Quanto è lontano il tempo in cui gli antenati vivevano davvero dentro di noi? Oggi il nostro cuore è occupato da un’enorme quantità di cose ed essi non riescono più a trovarvi dimora. Non avevano mai immaginato un’epoca in cui bellezza e solennità potessero essere divise, e così ora si affliggono per questa insopportabile separazione, dolorosa come il giorno in cui furono divisi per la prima volta il cielo e la terra. La solennità ormai non può avere che la natura di un’aspra e dura roccia. La bellezza è un magnifico cavallo in fuga. Un tempo nitriva fiero, e domo nel nebbioso cielo del mattino. Quel cavallo allora era puro e mite. Ma oggi la solennità ha allentato le sue briglie lasciando che si lanciasse al galoppo. E il maestoso destriero nella sua sfrenata corsa tante volte è caduto e tante volte si è rialzato riprendendo a correre. Ormai non è più puro, il fango ha insozzato il suo manto. E’ molto raro, ma ancora oggi qualcuno percepisce la visione di un bianco cavallo immacolato. Gli antenati sono alla ricerca di questi uomini e il giorno in cui riusciranno a trovarli, si insinueranno pian piano nelle loro anime, dando inizio a una splendida e nobile vita comune, nutrita dalla loro verità interiore.

Yukio Mishima - La foresta in fiore

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