Inizio statico
Mi sento come una mongolfiera stanotte.
Fuori il vento sonnecchia,lasciando alla calura estiva la chiave della governabilità. Una mongolfiera ha bisogno di vento per muoversi quindi vi ho raccontato il mio stato non a caso.L’aria che tiene vivo il pallone sono i miei pensieri ed oggi stranamente sono fermi,immobili al cospetto di questa insonnia che mi attanaglia.
Ho provato col dondolo,ma quel lamento danzante mi ha fatto venire voglia di fumare. No non posso fumare a quest’ora di notte, sarebbe un insulto alla creazione evolutiva. Allora mi faccio amico il silenzio. Che meraviglia questo silenzio,potrei sentire i respiri dei miei vicini, i suoni che vengono dai locali sul mare. Sento i bicchieri col loro caratteristico tintinnio che vanno e vengono,passando di mano in mano carichi di ghiaccio e cannucce.
Torno tra le mura domestiche,muovendo nervosamente i piedi scalzi. Avvicino la libreria pogiando il capo sugli scaffali come a voler fiutare l’autore adatto,ma niente. Inizio a sfogliare a casaccio un Caravaggio un Matisse e ancora nulla. Ecco che scorgo Nietzsche,una buona dose di egocentrismo corroborato da un’altra molto importante di follia; aiuterà gli alisei westerlies a coccolare questa mongolfiera menomata? Niente,rimango fermo sulla pianura.
Dov’è finito il vento? La mia voce grossa intimorisce un gatto incuriosito da questa cuccia gigante che poi è il cesto della mongolfiera. Eppure nessuno risponde,non mi rimane altra cosa che tagliare le corde, possibile decollo e abbandonare ogni proposito di ispezione.
Mi scusi le piace Brahms?