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panteradicuori

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panteradicuori 14 agosto

E la vita mi scorre fra le dita come acqua corrente che passa e va senza lasciare traccia se non un dolce ricordo.....

 

Pantera di ❤️❤️❤️

 

 

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panteradicuori 01 agosto

IO NON HO BISOGNO DI DENARO

 

Io non ho bisogno di denaro

ho bisogno di sentimenti

di parole

di parole scelte sapientemente

di fiori detti pensieri

di rose dette presenze

di sogni che abitino gli alberi

di canzoni che facciano danzare le statue

di stelle che mormorino

all’orecchio degli amanti.

Ho bisogno di poesia

questa magia che brucia

la pesantezza delle parole

che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

 

​​​​Alda Merini

 

 

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panteradicuori 31 luglio

-  Ti sei fatta crescere i capelli...
-- Così pare.
-  Ce li avevi corti quando stavi con me.
-- Lo so.
-  Stai bene, comunque.
-- Grazie.
-  Sei proprio bella.
-- Non dovresti dirmelo. Sono la tua ex.
-  Posso dirtelo. Ti ho amato.
Sul suo viso comparve una smorfia:
-- Mi hai amato solo perché sono bella?
-  No, affatto. Ti ho amato perché... in realtà non lo so il perché.
-- Come sarebbe a dire che non sai perché?
-  Che tu eri... non lo so.
Ci fu un attimo di silenzio, poi lei finalmente sorrise: -- Io ti amavo. Tu non l’hai mai capito, ma io ti amavo.
-  Tu non me l’hai mai detto.
-- Hai ragione. Ti ho detto molte altre cose ma non quella.
-  Mi hai detto che ero un coglione, che ti trattavo male, che ero immaturo…
Sbuffò:
-- Dio mio, lo sai che non lo pensavo davvero.
-  E che pensavi davvero?
-- Che eri fantastico. Avevi quel modo tutto tuo di vedere le cose e io amavo quel tuo modo di vedere le cose. Eri adorabile quando mi sorridevi dall’altra parte della strada e quando mi accarezzavi la guancia appena mi vedevi giù di morale. Eri dolcissimo quando mi permettevi di stare tra le tue braccia e sai io odiavo sentirmi piccola ma quando mi stringevi mi sentivo minuscola e stavo comunque benissimo nei tuoi abbracci ed eri straordinario quando stavi ad ascoltare le mie paturnie sconnesse come stai facendo ora…
Si fermò per un istante con le lacrime agli occhi, poi lo guardò e la voce le tremava mentre pronunciava quelle parole:
-  E come ora mi sorridevi. Solo che poi mi baciavi e mi dicevi che andava tutto bene.
Fu un attimo. Un attimo in cui lui la baciò.
E le disse: - Va tutto bene.
Lei fece un respiro profondo e disse:
-- Non avresti dovuto farlo. Sono la tua ex.
-  Sai perché ti ho amato?
-- No.
-  Perché era impossibile non farlo. Eri qualcosa che non riuscivo a capire e quando ci provavo mi perdevo. E quando mi perdevo trovavo i tuoi occhi e loro mi guardavano sempre con un amore sconfinato, non importava quanto io fossi stronzo o quanto ti facessi incazzare o piangere, i tuoi occhi continuavano sempre ad amarmi. Io ti amavo perché eri forte, piccola. Tu pensavi sempre che fossi io a proteggere te e invece eri tu a proteggere me. Io non ti ho mai protetto. E tu non hai idea… non hai idea di quante volte mi sono odiato. Mi sono odiato tutte le volte in cui non ti difendevo e non ti dicevo di amarti. Tu non mi dicevi di amarmi ma io sapevo che mi amavi. Io non ti dicevo di amarti ma ti amavo. Tu lo sapevi?
Il sorriso della donna era triste: -- No.
-  Ma ti amavo. Davvero.
-- Se l’avessi saputo non mi sarei arresa con te.
-  Quindi adesso saremmo ancora insieme?
-- Io sono ancora con te.
-  Ma stai con lui.
-- E tu stai con lei.
-  Ma sono con te.
Lei sospirò: -- Non fa niente. Siamo andati oltre il nostro amore.
-  Non lo so. Siamo ancora qui.
-- Non siamo più quelli che eravamo.
-  Hai ragione. Hai i capelli più lunghi.
Finalmente lei rise. E lui non riuscì a non dirglielo: - Il tuo sorriso è sempre lo stesso, però...
Il suo sguardo si fece serio in quello di lui:
-- Anche la tua capacità di farmi sorridere è sempre la stessa.
-  Vuoi sapere la verità?
-- Sì.
-  Anche il mio amore per te è rimasto lo stesso.
-- Vuoi sapere la verità?
-  Sì.
-- Li vedi i miei occhi?
Si guardarono.
-  Li vedo.
-- Non lo capisci?
-  Che cosa?
-- Hai detto che ti guardavano con un amore sconfinato.
-  Sì.
-- Neanche loro sono cambiati. Ti stanno guardando ancora così.

 

(Walt Whitman)

 

 

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panteradicuori 25 luglio

Fu nel parco di un manicomio che incontrai un giovane con il volto pallido e bello, colmo di stupore.
Sedetti accanto a lui sulla panca, e dissi: "Perché sei qui?”.
E lui mi rivolse uno sguardo attonito e disse: “È una domanda poco opportuna, comunque risponderò.
Mio padre voleva fare di me una copia di se stesso, e così mio zio.
Mia madre vedeva in me l’immagine del suo illustre genitore.
Mia sorella mi esibiva il marito marinaio come il perfetto esempio da seguire.
Mio fratello riteneva che dovessi essere identico a lui: un bravissimo atleta.
Ed anche i miei insegnanti, il dottore in filosofia, e il maestro di musica, e il logico, erano ben decisi: ognuno di loro voleva che io fossi il riflesso del suo volto in uno specchio.
Per questo sono venuto qui. Trovo l’ambiente più sano.
Qui almeno posso essere me stesso.”
E di scatto si volse verso me e chiese: “Anche tu sei qui a causa dell’educazione e dei buoni consigli?”
Ed io risposi: ”No, sono qui in visita”.
E lui disse: ”Ah, ho capito. Vieni dal manicomio dall’altra parte del muro”.

 

(Khalil Gibran – da “Il mondo dei pazzi”)

 

 

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panteradicuori 20 luglio

 

 

Marcello Marchesi "Il sadico del villaggio"

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