Libero

natodallatempesta0

  • Uomo
  • 50
  • Trinacria
Bilancia

Mi trovi anche qui

Profilo BACHECA 260

natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Ieri nessun pensiero è scivolato dalle dita, nonostante sia entrato più volte.

 

Oggi lascio un pensiero, meno tortuoso e tormentato di quello che ho scritto giorni fa.
Può esser fugace e volar via in pochi istanti o trattenersi. Poco importa, quel che conta è lasciare qualcosa nello spazio.

 

Che cosa?

 

Potrei scrivere di effimero e intangibile, toccato (per modo di dire) poche ore fa rientrando a casa.
C’è l’alba, certo, ma c’è anche il tramonto:

 

 

Visto poche ore fa.
 

Non sono un poeta! Non sarei all’altezza di cotanta (ma dai, quando capiterà più di usare cotanto termine) bellezza.

 

Mi sa che sto cazzeggiando. Oggi in molti cazzeggiano, ne vedo tanti: al mercato, dal giornalaio, in strada, al semaforo. Oh al semaforo!

 

Vi racconto una storia:

 

C’era una volta un anziano samurai che si dedicava a insegnare il buddismo zen a giovani allievi. Malgrado la sua età, correva la leggenda che fosse ancora capace di sconfiggere qualunque avversario.
Un pomeriggio si presentò un giovane guerriero conosciuto per la sua totale mancanza di scrupoli. Egli era famoso per l’uso della tecnica della provocazione: aspettava che l’avversario facesse la prima mossa e, dotato di una eccezionale intelligenza che gli permetteva di prevedere gli errori che avrebbe commesso l’avversario, contrattaccava con velocità fulminante. Questo giovane e impaziente guerriero non aveva mai perduto uno scontro. Conoscendo la reputazione del samurai, aveva deciso di sfidarlo, sconfiggerlo e accrescere così la propria fama.
Tutti gli allievi del vecchio samurai si dichiararono contrari all’idea, ma il maestro decise ugualmente di accettare la sfida lanciata dal giovane guerriero.
Si recarono tutti nella piazza della città: il giovane cominciò a insultare l’anziano maestro. Lanciò prima alcuni sassi nella sua direzione, gli sputò poi in faccia. Gli urlò tutti gli insulti che conosceva, offendendo addirittura i suoi antenati. Per lunghe ore fece di tutto per provocarlo, tuttavia il vecchio si mantenne impassibile.
Sul finire del pomeriggio, quando ormai si sentiva esausto e umiliato, l’impetuoso guerriero si ritirò.
Delusi dal fatto che il maestro avesse accettato tanti insulti e tante provocazioni senza reagire, gli allievi gli domandarono:
“Come avete potuto sopportare tante indegnità? Perché non avete usato la vostra spada? Anche sapendo che avreste potuto perdere la lotta, avreste mostrato il vostro coraggio! La gente penserà che siete un codardo!”
L’anziano maestro samurai, allora domandò loro:
“Se qualcuno vi si avvicina con un dono e voi non lo accettate, a chi appartiene il dono?”
“Appartiene a chi ha tentato di regalarlo” – rispose uno dei ragazzi.
“Lo stesso vale per l’invidia, la rabbia e gli insulti” – disse il maestro – “Quando invidia, rabbia e insulti non vengono accettati, continuano ad appartenere a chi li porta con sé”.

 

Oggi, ho visto due uomini insultarsi – al semaforo – intuito dalla scena “per una freccia non inserita.” Non è importante in questo istante ciò che è passato, ma quel che sento.

 

Scrivo d’amore perché amore c’è, scrivo di arte perché arte c’è.
Adesso scrivo di insulti.
Avete appena letto, secondo voi sto parlando d’insulti?

 

Chissà!!! Chi avrà voglia di commentare cosa commenterà?

 

Buon fine settimana a tutti.

Ti piace?
7
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Ieri navigando tra i pochi blog che visito ho letto una riflessione, che ha indirettamente aperto un cassetto o dovrei dire una ferita.
 

Ora!!! Questo cassetto, involontariamente aperto, e un commento (un bellissimo commento che ha riportato la bussola sulla solitudine) mi spingono a scrivere di qualcosa che nella quotidianità discuto poco o niente. E in sincerità ho qualche remora a parlarne.
Perché non riguarda solo me e non so se dovrei dare voce anche lei.

 

La mia compagna molto spesso (una sensazione questa che ho, perché son certo che da sola si lascia andare): Piange!!!

 

Perché piange?
Perché non è mamma.

 

Noi siamo una di quelle coppie che non ha avuto figli. Una scelta? No!!!

 

La più banale delle risposte, quella che si da’ per circostanza è: È capitato così.

Questa è la risposta che si da’, che ci diamo, che ci deve bastare e che deve bastare a chi ascolta e a chi chiede.

 

Ma come quel t’amo definito ieri.
Anche questa risposta ha dietro un racconto.
Che è storia oramai. Quel che resta? È quel che conta. E di tutte queste parole (appena scritte) solo una parola è importante:

 

Piange.

 

La mia compagna piange ancora. Beh quale donna non piangerebbe per non essersi completata?
“La mia vita è un fallimento” la frase più ricorrente, nei momenti più cupi. I confronti poi sono sempre in bocca pronti a ferire: Sentirti esclusa! Perché le altre sono mamme. O sentirsi buttare addosso quella frase: "Quant’è difficile non puoi capire!!!" Come se le difficoltà sono solo a retaggio di chi ha figli.
Bella cazzata!!!

Non è bello vedere chi si ama piangere ed esclamare queste frasi.

 

Quel che faccio io? La rincuoro, la sostengo e parlo, parlo e parlo, finché non si dimentica e sorride o si irrita e la tristezza diventa rabbia da sfogare. Meglio! Più sana!

 

Io che parlo, parlo e parlo!!! Io che non spiccicavo una parola da piccolo. :-)

 

Ricordate il post sul lupo bianco e il lupo nero: Il valore di sé
Lei nutre il lupo nero, ma è intelligente, dopo, quando la bufera emotiva è passata, nutre il lupo bianco e in un certo modo da’ senso a questa mancanza, da’ equilibrio. Si è, poi, sempre occupata di bambini, è questo fa nella vita. Il karma!!! Bella invenzione.

 

Che la ferita è aperta, per me è chiaro come il sole, testimoni sono le lacrime che ciclicamente tornano. Ciclicamente!!!

Quel ciclo vitale che quando conclude il suo giro, vi toglie tutto. Solo una donna può capire!!!

 

Io non capisco?!
Non ho mai capito, non ho mai sentito nulla, provato nulla. Eppure?

 

Non ho mai, mai, palesato alcun sentimento (se non quello che serviva agli altri) sulla paternità.

 

È costume, un mal costume, che la maternità sia amore assoluto, sia vita e fede.
E lo è, ma se è tutto questo, allora, la paternità a paragone che cos'è?
Che sbaglio storico, che scusa si è lasciata scivolare nelle tasche dell’uomo.

 

Non esser papà?

 

 

Pensavo di poter raccontare, ma non posso....... magari in un'altra occasione.

 

Buona giornata a tutti.

Ti piace?
9
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

"La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei.
Dopo il caffè, la Follia propose: “Si gioca a nascondino?”.
“Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità.
“Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare”.
Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia.
“1.. 2.. 3.. – la Follia cominciò a contare.
La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi.
La Gioia corse in mezzo al giardino.
La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
L’ Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso.
La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a novantanove.
CENTO! – gridò la Follia – Comincerò a cercare.”
La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza.
Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: “Dov’è L’Amore?”.
Nessuno l’aveva visto.
La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l’Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò a cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l’Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio.
La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l’Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L’Amore accettò le scuse.
Oggi, l’ Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre."

 

Ecco!!! I commenti ricevuti mi hanno portato a condividere questo piccolo e simpatico racconto.

 

Ieri ho concluso il mio post con la parola: t’amo.

 

Dietro un t'amo c'è sempre una storia, un racconto che raccoglie nelle sue trame infinite conclusioni e indefinite scelte. Si sceglie a volte con il cuore, a volte con la mente (e si mente in questo caso, spesso, a se stessi) quel momento, quel preciso momento per dire: t'amo.

 

Dietro di esso, come nel racconto ci sono: Curiosità, Disperazione, Paura, Trionfo, Tristezza, Dubbio, Timidezza, Gioia, Invidia e Pigrizia. C'è tutto dietro un t'amo, il detto e il non detto, il giovane cuore e il vecchio cuore, il silenzio e il rumore, la verità e l’inganno. Sì!!! Anche l’inganno, quello che non ti fa star zitto quando dovresti far silenzio o ti ammutolisce quando dovresti parlare, gridare quel che senti.

 

A volte per pudore si camuffa e dalla bocca esce un: ti voglio bene, per non disturbare, per non dare la sensazione che tutto sia importante, troppo importante da diventare vitale. Perché poi non vuoi essere quello che si piega o opprime, soffocando quel sentimento che è lì, vivo e sorridente.

 

Dietro un t’amo c’è a volte una gioia, a volte una ferita, ma state certi: c’è sempre un solo nome.

 

 

Parole, parole e parole per dire una sola cosa .......

Ti piace?
7
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Ieri causa maltempo la mia compagna non è potuta andare a lavoro, quindi, ci siamo ritrovati tutta la giornata a casa. Io, nel bene o nel male, sono un freelance, il lavoro me lo gestisco da solo quando c’è, quindi sono, quasi, sempre a casa.
Lei dopo pranzo si è preparata la postazione: macchina da cucire, set di spagnolette colorate, puntine da balia, spilli, aghi e gli indumenti da cucire.
Io di fronte a lei (leggermente di spalle) davanti alla mia scrivania.

 

Una scena che si ripete spessissimo nel week and.

 

Lei poco dopo che inizia, mi domanda puntualmente:

«Tesoro la metti un pò di musica?»

 

Una richiesta che io amorevolmente accolgo tutte le volte. Di solito alterno la musica, un pò la mia, un pò la sua, perché naturalmente i gusti non possono essere totalmente uguali.
Per fortuna e qui la mia compagna me ne da pregio sempre, ho un gusto musicale estremamente ampio, tolto qualche genere rumoroso ascoltato di tutto.

 

Ho messo due artisti che lei ama tantissimo: Tosca e Tiziano Ferro (quest’ultimo l’apprezzo molto pure io, ma direi anche Tosca, seppur devo essere nella condizione d’animo adatta).

 

Ed ecco che la magia della musica si manifesta.

 

Si dice che esiste per ogni vita vissuta un sottofondo musicale.
Non c’è connubio più inteso di quello tra ricordi e musica.

 

Ad innescare l’emozione un brano di Tiziano.
Che amo particolarmente perché lei me l’ha dedicato.
Perché?
Perché sono un imbranato.

 

Da timido l’approccio con la ragazze è, sempre, stato impacciato e anche con lei sono stato, parecchio, imbranato.
Alcuni versi sono uno specchio:

 

“Ciao..come stai?
Domanda inutile!
Ma a me l'amore mi rende prevedibile
Parlo poco, lo so..è strano, guido piano (a questo verso lei esclama: sei tu, sei tu.)
Sarà il vento, sarà il tempo, sarà……fuoco!

 

Ti guardo fisso e tremo
All'idea di averti accanto
E sentirmi tuo soltanto
E sono qui che parlo emozionato
..e sono un imbranato!”

 

Mi sono girato e le ho sorriso. Lei sorrideva con gli occhi, bellissima come sempre.
Non è stato necessario aggiungere parole, bastavano quelle di Tiziano.
Posso solo immaginare il pensiero che si celava dietro il suo sorriso, non ho chiesto:
«Che pensi?»
Era inopportuno e poi nel cuore lo so. Tante volte mi ha detto sorridendo mille frasi ispirata da questa canzone, frasi che ci regalavano tanto ridere. Perché esser imbranati è un momento, un dolore profondo che nasce, vive e muore, poi diventa ricordo ed è sempre un sorriso d’amore quel ricordo.
Non ho la certezza (niente è assoluto), ma son convinto che l’emozione che sentiva in quel momento, era la stessa mia emozione.

 

Poche canzoni dopo mi sono alzato per andare a prendere un oggetto in un’altra stanza, lì mi sono avvicinato e l’ho baciata, era l’imbranato che in ritardo le diceva, t’amo.

 

 

Ti piace?
10
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Un week and piovoso

 

Pioggia!

 

È stato un week and di grandi piogge, soprattutto al sud (come autunno vuole). I Tg ne hanno riportato notizia, con il puntuale, oramai, elenco di danni che le varie piogge hanno lasciato dopo il loro passaggio.

 

Confermo quel che gli esperti dicono da anni, che il clima è e sta cambiando. Non ho un’età veneranda, ma ho abbastanza anni per rendermi conto che lo scenario climatico è cambiato da quando ero ragazzino.

 

Per indole, la pioggia mi è sempre stata amica. Paradossalmente mi capitava di uscire, più spesso, quando pioverà, piuttosto che quando il sole era alto e le giornate serene. Una delle tante abitudini che nel tempo hanno contribuito a creare quell’etichetta di: tipo strano.

 

Mia madre mi raccontava e mi racconta ancora oggi, che mi divertivo a giocare sotto la pioggia anche quando ero piccolino, nonostante i suoi tentativi di farmi rientrare in casa.

 


Il bambino che vedete non sono io (foto web), ma il look era quello, impermeabile giallo con cappuccio e copri spalle e stivaletti da pioggia (i miei eran blu).

 

Anche in queste immagini c’è del romanticismo, ma rispetto alle foglie che cadono, qui c’è: familiarità.

 

Per me familiarità significa sentirsi a casa, e mi sento a casa quando riconosco in un elemento, in uno scorcio o evento, qualcosa che mi riporta a quando ero felice. Non ho tanti ricordi infantili, ho quasi rimosso (per protezione) gran parte della mia infanzia, ma qualcosa ancora c’è, e la pioggia è una di questi elementi, nonostante oggi faccia paura, oggi sia intrisa di irruente violenza.

 

Non credo d’esser il solo, negli anni ho incontrato tanti altri che dicevano d’amare o semplicemente apprezzare la pioggia, credo ce ne siano anche qui.

Quindi cosa c’è di meglio del condivide un elemento che è vita ed emozione.

 

 

Ti piace?
6
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Ieri ho concluso il mio pensiero ricordando quel che le donne subiscono e sopportano quotidianamente, un preludio a questa giornata, dedicata alle vittime di femminicidio.

 

Richiamare il tema può banalmente esser spontaneo, farsi belli, cercare il compiacimento (hai miei tempi si diceva “fare gli splenditi”), è un egoismo acquisito, un attributo che è comune in luoghi virtuali come questo, ciò non toglie, però, il fatto che la libertà d’esprimere la propria voce è una conseguenza tutto sommato positiva, nonostante le voci che non hanno diritto o non sono capaci di esprimersi con cognizione.

 

Riprendendo da dove ho lasciato ieri, oggi continuo la mia riflessione aggiungendo al “Cuore”, il “Rispetto”.

 

“Ho bisogno di provare per mia madre il rispetto che si prova per un ideale”, l’ha scritto Anna Frank.

 

Cito questa frase per richiamare la figura della madre. Figura fondamentale nella formazione del carattere del bambino,

 

Avevo iniziato a scrivere quello che avete appena letto più o meno alle 12:00, ho interrotto per pranzare, pensando di concludere dopo pranzo.

 

Sinceramente, non mi è più venuto il desiderio di scrivere.

 

Ha l’intera giornata che ascolto o leggo: testimonianze, appelli, proclami, ecc. ecc. su questa giornata.

Appelli e proclami tutti sacrosanti, ci mancherebbe.
Ma quanta ipocrisia c’è in tutto quello che ho ascoltato e letto.
Si condanna (giustamente) l’uomo che usa violenza sulla donna arrivando anche ad uccidere e poi si discute cinicamente sull’inviare armi, che di morti ne fanno anche di più.

 

Non mi va di scrivere come ho detto, non ci perdo, dunque, altro tempo.

 

Ribadisco la totale avversione alla violenza.
Sia essa verso donne, uomini, bambini, disabili o animali.
Tutto il resto sono solo vuote parole.

 

Sapete che vi dico? Riprendo, ma facendo un collage. Avete presente? Lo facevamo a scuole, per lo meno io. Alle media, ricordo ancora il nome dell’insegnante di ed. artistica; Adragna.
Un vecchietto, per lo meno a me sembrava tale, curvo e dalla voce rauca.
Un collage dei bellissimi commenti (una parte) che ho ricevuto sul cuore:

 

“vivere … dove ti porta il cuore”. PASSANDO dal cuore tutte le linfe vitali.
Io sono cuore, tu sei cuore, penso al cuore! Sentirlo pulsare, TUM, TUM, TUM, pensa ai bambini poggiati sul seno. Ed è festa Perché il cuore è se stesso.  noi.”

 

 

Buon week and

Ti piace?
6
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Come ho precisato all’inizio di questo nuovo viaggio, scrivo quel che mi passa per la testa al momento o quel che l’interazione con gli utenti (per fortuna utenti dalla grande sensibilità e poetica) mi ispira.

 

Il tavolo su cui poggia il mio Pc è attaccato al muro, sopra di esso ci sono degli scaffali che contengono libri.
Leggo i titoli ogni volta che alzo la testa.

Alcuni sono letture strane nate da un particolare periodo.

 

Non so se capita o è capitato anche a voi di appassionarvi ad un argomento e per il periodo che esso vi culla in testa, approfondirlo, leggendo e ricercando documenti e notizie?

 

Tra questi testi strani c’è: Appunti di grammatica egiziana. Non grammatica moderna ma un testo sul linguaggio antico, in parole semplice: Geroglifici.
Oggi a volte me lo chiedo, perché l’ho comprato?
Accanto a questo libro ce n’è un altro che non è da meno: La scrittura cinese.
In realtà quel che mi affascinava era ed è, la rappresentazione grafica dell’idea. Pittogrammi, ideogrammi, sono sempre stati un mio pallino.

 

Un esempio: il Cuore.
La filosofia orientale e in particolare cinese afferma che tutte le attività mentali e sentimentali sono regolate dal cuore.
Questo è l’ideogramma attuale del cuore:

 

xīn

 

Ma fino al II secolo a.C. il carattere era ben diverso:

 

❤️

 

Non vi ricorda il simbolo che, oggi, usiamo nei messaggi o negli sms.

 

Nel tempo l’ideogramma è mutato raggiungendo alla fine la forma che avete visto sopra (la prima inserita).

 

Il cuore torna sempre nei nostri pensieri e discorsi, non se ne può fare a meno.

Un cuore innamorato può spostare le montagne, attraversare gli oceani, può accecare l’anima come nessun’altra luce può.

La cecità è un denominatore comune, perché anche un cuore spezzato, abbandonato, nutrito dalla più oscura tenebra (per citare un’opera a me cara) può spostare lapidi e attraversare sudari.

 

Un cuore trafitto dall’odio è un cuore che apre al mondo le sue fragilità, basta un attimo, una piccola fredda lama è il cuore smette di battere.

 

Un altro messaggio a cui tengo, a cui tutti sembrano tenere, ma la quotidianità sembra a volte affermare altro. Per quanto se ne parli, se ne scriva, per quanto si implori o urli.
Alcuni uomini sembrano esser sordi.

 

 

Quando scrivo ed è protagonista il cuore, per quanto tengo la luce su di esso e sull’emozioni che esso genera e vive, non posso evitare di portare il pensiero anche al drammatico tema che ho appena ricordato, oggi, non mi limito al solo pensarlo.

 

Buona giornata a tutti i cuori che battono.

Ti piace?
4
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Ho ricevuto un messaggio che oserei definire “incantato”.
Basta la prima frase ad aprire uno scrigno, o meglio, una porta per un mondo fantastico:

 

...le foglie che cadono a volte, sono i capelli delle Fate che si specchiano nelle nuvole sedute sui rami più alti...
forse sono stata io , con i miei boccoli ramati, […]

 

Si parla sempre con risoluta ed erudita logica del potere dell’amore, ma c’è un altro potere altrettanto vigoroso, con una virtù che nessun’altra emozione, sentimento o sentire ha. La virtù di non avere limiti e confini. Questo potere è: l’immaginazione.

 

Trovo incantevole e unicamente logico esser esternazione di un mondo interiore, soprattutto in questo luogo virtuale. Un mondo fatto di simboli incantati di forza, virtù, coraggio e saggezza.
Orchi, fate, elfi, nani.

 

E poi ci sono le oscurità: i vampiri, i lupi mannari, i golem. I cosiddetti: “Mostri”.
Mi hanno definito, anche, mostro da bambino.

 

Ed io un mostro l’ho scelto. Tra fate, elfi, folletti e maghi ho scelto un mostro come espressione di quel che ero, ossia:
Un bambino impacciato, silenzioso, un bambino rotto, fatto di tanti pezzi.
Attenzione: Non fate tremare o commuovere il vostro cuore, state tranquille (o tranquilli), tutto questo mi ha reso forte e ha aperto la porta al mio talento.

 

L’ho disegnato quel mostro, un mostro che mi ha sempre suscitato tenerezza e simpatia. Forse è per questo che un tempo mi ci rivedevo:

 

Frankenstein

 

Il mio Frankenstein (acquerello)

 

Ti piace?
6
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

 

Sabato scorso aspettando l'apertura delle solite attività commerciali, mi sono ritrovato ad attendere davanti ad una delle tante piazze che attraverso durante il mio giro.

 

Osservando la vita (nelle sue forme) che mi passava davanti ho visto qualcosa che mi ha fatto esclamare:

 

Anche questo è, romanticismo!

 

Lo è per me, per voi che leggete, magari, è romantico ben altro?

 

Sabato ho visto l'autunno manifestare la sua presenza, con la più semplice e inosservata delle opere. Un atto che in questo periodo, accade in ogni momento, mentre noi viviamo le nostre vite.

 

E cadon le foglie.

 

Quante volte ho ascoltato o letto questi versi.

 

Sabato, seduto in macchina ho visto le foglie cadere, e ho trovato la scena romantica.
 

Sarà che sono strano, ma ho percepito questo antico e intimo sentimento in questo evento, tante che ho ripreso alcuni istanti.

 

Ve li regalo.

 

 

Non sono farfalle, ma va bene così. Leggerezza.

Ti piace?
9
natodallatempesta0 più di un mese fa

 

Post lungo, riflessivo, a tratti contorto, disturbante, forse, non adatto a questo ambiente, ma mi serviva un approfondimento a quel che avevo detto e scritto precedentemente.

 

Consiglio: Meglio non continuare a leggere, vi risparmiate 5 minuti di niente o troppo.
Poi, vuoi mettere quello che potete fare in 5 minuti?
Ad esempio: Ascoltare una canzone, qui, è un sempre verde.

 

 

Strano come la comunicazione riesca a diramarsi creando tante verità alternative, come ogni mente si concentri su un aspetto, rispetto ad un altro.

 

Alla fine, trovo vero paragonare tutto questo ad un diario interiore, che viene sbirciato, a volte persino spiato.

 

I commenti ricevuti, come sempre, mi hanno dato spunto per riflettere.

 

Se racconti in un certo modo, con un certo tono, con una certa assiduità, diventi quel modo, quel tono, quell’assiduità. Non c’è, però, verità in questo, perché non è, una la maschera che indossiamo, sono tante e tutte diverse.

 

Un dialogo immaginario tra me e me ha scaturito quel che definirei: Uno scostamento emotivo.

 

Riprendo il dialogo, l’idea è stata simpatica, ma stavolta cambio gli interlocutori.
Come spesso accade, io, sto a d’ascoltare, a subire.

 

Inconscio irrazionale (per gli amici “Cuore”): Come è possibile che non capisci quello che provo?

 

Inconscio razionale (per gli amici “Mente”):  Io non capisco? Io ho capito benissimo. Sei tu che non accetti la realtà.
Che metti in dubbio quel che faccio e penso, tutte le volte.
Io sono stata sempre accondiscende con te. Sono stata sempre presente nei tuoi momenti di sconforto a consolarti e spiegarti ogni gesto, ogni virgola.
Ora basta!
Io ho bisogno di spazio. Io ho bisogno di silenzio. Io ho bisogno di non sentire più le tue illogiche accuse, le tue illogiche esternazioni di prurito amoroso.

 

Cuore: Io, io, io, sempre io.
Non fai altro che pensare a te, solo a te. Se fosse, appunto, per te staremmo rinchiusi in studio a disegnare linee e cerchi.

 

Mente: E allora!!! Disegnare linee e cerchi è, bellissimo.
Pensi sei tu a gratificarlo con il tuo smielato sentimentalismo? No bello! Sono le mie derubricazioni, le mie intuizioni ad esaltarlo. Tu vieni dopo e non sempre porti gioie. Ti sei fissato con quel sentimento autunnale e non c’è stato verso di lascialo fuori dai miei affari. Malinconia qua, malinconia là.
È ora di dare un taglio a tutto questo.

 

Cuore: Sei un mostro!

 

Io: Guarda che, così, lo fai piangere.

 

Mente: È tutta scena! A lui piace farsi compatire, per eghi come lui è meglio impietosire che convincere con i fatti. E il motivo di questo comportamento, è alla luce del sole? Semplicemente non è in grado di fare 2 + 2 senza commuoversi.
Sentimenti, emozioni, sensazioni.
Hanno rotto e hai rotto anche tu caro Cuore!!!

 

Cuore: Povero me!
Un calcolatore, ecco che cosa sei, un freddo e arido calcolatore. Pensi, pensi e pensi, senza fermarti al momento, al presente.
O sei nel passato, o sei nel futuro e questo mia cara Mente, non lo aiuta.
O credi davvero che la tua logica possa dare risposte a quel che sente? Sente, non pensa.
La verità è, che la tua bellezza è effimera, superficiale e come tale non da’ risposte, ma aggiunge quesiti a quesiti, dubbi a dubbi.
Sono io che trasformo le lacrime in momenti d’insegnamento, le paure in occasioni per salire in alto, sempre più in alto.
Senza di me, sarebbe solo.
Solo davanti ad un sorriso, solo davanti ad un tramonto, solo davanti ad un bacio.
Io sì è vero!!! Sono malinconia, sono paura, sono disperazione.
Ma sono anche gioia, sono coraggio, sono speranza.

 

Mente: Il tuo problema è, che sei convinto d’esser gioia, d’esser coraggio, speranza.
No! Tu sei istinto, un’informe accozzaglia di impulsi elettrici che si muove, grazie a me. Perché io giungo ad una scelta.

 

Cuore: Ecco!!! Ci mancavano le scelte, non sia mai non ne parli.
Scelte qua, scelte là.
Mai sentito il detto: Al cuore non si comanda o scelte d’amore.
Io scelgo e come se scelgo.
Io scelgo di restare, quando tu ti perdi tra le parole e i pensieri e giri e giri intorno al problema, rimuginando su cosa sia più conveniente: se restare o non restare, se andare o non andare, se, se, se. Mentre tu, stai fermo pensando e ripensando, io scelgo.

 

Mente: Tu scegli? Sei tu che non mi permetti di scegliere. Non appena arrivo ad una conclusione sento la tua voce che inizia a piangere, o lamentarsi, o impaurirsi. E lui come al solito si lascia impietosire.

 

Io: Non cominciamo, non tiratemi in mezzo.

 

Mente: E chi dovrei tirare in mezzo; Mister muscolo!!!

 

Inconscio carnale (per gli amici “Corpo”): Mo’ che centro io. Com’è che ogni volta che voi due litigate, ci devo, sempre, andare di mezzo io?
Ecco, sta iniziando a farmi male qualcosa.

 

Io: Pure a me.

 

Mente: Ecco, è arrivato l’ipocondriaco. Com’è possibile che ti fa sempre male qualcosa?

 

Corpo: Sono un tipo sensibile io.

 

Mente: Il tipo sensibile (notare il gesto della mano, tipo palmo in su).
È colpa tua, se facessi un pò di attività fisica, invece di stare, sempre, seduto davanti al pc o davanti al tavolo da pranzo a mangiare, non starebbe, sempre, in questo stato.

 

Io: Prima di tutto, non sto sempre a mangiare, e secondo…

 

Corpo: Scusa se t’interrompo, ma qual è stato? Non per vantarmi ma sono un figurino.

 

Io: Appunto!!! Secondo: Come ha detto il mio amico, qui, sono un figurino.

 

Mente: Un fico d’india vorrai dire!!!

 

Cuore: Ecco, sempre il solito. Perché devi attaccare sempre tutti?

 

Mente: Io non attacco nessuno, dico semplicemente la verità, io sono la verità.

 

Voce fuori campo: No, cara Mente, tu non sei la verità.
Tu sei la voce che separa le insicurezze dalla certezze. Il sentiero da seguire per esistere ed essere, come Cuore è il faro che illumina il sentiero. Senza di esso non ci sarebbe meta, non ci sarebbe scopo.

 

Cuore: Chi sei?

 

Voce fuori campo: Io sono Anima.

 

Ecco!!!
Questo dialogo è un esempio di come in realtà manipoliamo quel che sentiamo e pensiero, e lo faccio secondo un principio antico, vecchio come il mondo.
Quel principio che porta a compiacersi o dolersi, a d’attrarre o respingere.

 

Ora, non so che cosa ho scritto di preciso. Perché devo ammettere che ad un certo punto ho perso la bussola e sono andato a ruota libera.
Per qualcuno, probabilmente, tutto questo avrà un senso.
Io ho appena riletto e non c’ho capito un cazzo (scusate il termine).

 

Se tra voi c’è stato qualcuno tanto coraggioso da ultimare la lettura, mi faccia sapere se c’ha capito qualcosa :-D

 

Buon inizio di settimana.

 

 

Basta, il prossimo post lo faccio sulle farfalle o le foglie.

Ti piace?
4
, , , , , , , , , , , , ,