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Giustizia e minigonne

Francesco Bellomo, il magistrato al centro di tutta l'inchiesta, ospite di Porta a porta

Francesco Bellomo, il magistrato al centro di tutta l'inchiesta, ospite di Porta a porta

 

Se capisco bene le cronache, piuttosto criptiche, sugli sviluppi del caso Francesco Bellomo (quel consigliere di Stato che nella scuola di magistratura dove insegnava, per così dire, costringeva le aspiranti giudice a indossare minigonne e tacchi alti, indicava regole da osservare coi fidanzati e altre ne pretendeva per sé) deduco che la sezione disciplinare del Csm ha ridotto da due anni a sei mesi la sospensione del pm del pool contro i reati sessuali di Rovigo, Davide Nalin, accusato di agire in accordo con Bellomo e di premere sulle ragazze perché lo accontentassero. Un comportamento, per così dire, in perfetta antitesi rispetto al compito che avrebbe dovuto svolgere: sanzionare i reati sessuali, non facilitarli.

Nalin, leggo, può riprendere subito ad esercitare la professione di magistrato. Le accuse principali a suo carico sono state archiviate (anche) perché una delle borsiste vessate ha ritirato la querela. Ma pensa, chissà come mai. Tre questioni. L’imputato è innocente fino a prova contraria, certamente: si vede che le prove mancavano. Le giovani donne “vessate” (non proprio bambine, specializzande in materie giuridiche) erano in condizioni di comprendere quel che stava accadendo e di respingere le proposte. Se non lo hanno fatto ci deve essere stata, anche, una “pressione ambientale” – chiamiamola così – diffusa e tenace: o fate come diciamo noi o vi roviniamo, per esempio. Ma è solo un’ipotesi.

Il Csm, sotto riforma e indicato da Mattarella come luogo di non proprio specchiate virtù, conferma un comune sentire: le categorie si autotutelano, i potenti pagano prezzi irrisori, chi si mette nei guai se l’è cercata, alla fine. Brutta storia, non si sa chi ne esca peggio.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

La prima cosa bella di mercoledì 16 febbraio 2022 è la tratta Napoli-Belfast su cui corrono film da Oscar e il nostro prepotente bisogno di avvolgere gli anni giovanili in carta luccicante. Tra i film più belli della stagione, da vedere al cinema, ci sono E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Belfast di Kenneth Branagh. Entrambi hanno alla base la vita raccontata con gli occhi di un ragazzino (più piccolo quello irlandese). Centrale è la città in cui si svolge, mentre alla famiglia è dato assurgere al ruolo del mito. I genitori, ma anche gli altri parenti, sono dei. Ognuno rappresenta qualità diverse, li tengono insieme l’amore e la guerra. Che ci siano conflitti, corruzione, disfacimento, è un dato che rimane sullo sfondo: non per superficialità, ma perché prima viene l’esistenza privata. Quando ci si affaccia alla prima finestra qualsiasi paesaggio si veda è sorprendente e quindi meraviglioso, sono i confronti a rovinarlo. Sarà il futuro a restaurarlo perché ci farà amare non tanto il ricordo in sé, ma quel che comporta: il modo in cui eravamo, le possibilità che avevamo, il tempo non ancora trascorso. Il fischio con cui i genitori si richiamano o il ballo che si concedevano sono un secondo concepimento, la nascita di un luogo della memoria al quale tornare per risentirsi innocenti. Non importa se da Napoli e Belfast bisogna emigrare e se non sono mai state veramente così. Restano un porto, anche per chi non le ha vissute. Anche per chi non ha né nostalgia del ritorno né strada per compierlo. E va là, invece che dove è nato.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)
Mt 13,18-23
"...ascolta la Parola e la comprende..."

 

Essenziale è l’ascolto. “Chi ha orecchi ascolti”. Ogni cosa nasce in noi dall’ascolto: già da piccoli impariamo a parlare solo attraverso l’ascolto e possiamo avere una relazione vera con l’altro solo se prima lo ascoltiamo. Un discernimento vigilante ci porterà a valutare “chi ascoltiamo” e “cosa ascoltiamo”. Ma oggi ci viene anche mostrato “come ascoltiamo”.

 

(Prego)
Di Cristo splendore del Padre del Sole di ogni mattino nel primo chiarore del giorno la terra racconta la gloria.

 

(Agisco)
Vai nel tuo quartiere, centro storico, campagna e guarda con occhi diversi e cogli le bellezze che prima ti sfuggivano...

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donmichelangelotondo più di un mese fa

I benefici dell’ippoterapia (IAA)
Di
Miky Di Corato -
15 Febbraio 2022
La relazione emotiva che si instaura fra uomo e animale porta evidenti benefici anche, e soprattutto, sul piano psicoterapeutico, specialmente per i bambini. A spiegarcelo è la Dott.ssa Psicologa, Conny Cafagna, responsabile di attività in Interventi Assistiti con gli Animali (IAA), e tecnico istruttore di Equitazione. Ed è proprio sul rapporto paziente-cavallo che si concentra la nostra chiacchierata.

Salve, Dottoressa. Quando si entra nel linguaggio specialistico medico, è corretto utilizzare il termine “ippoterapia”?

Oggi è corretto parlare di Interventi Assistiti con gli Animali, IAA, nel caso specifico, con il cavallo. Tali interventi sono improntati su rigorosi criteri scientifici e necessitano di una regolamentazione scientifica volta a tutelare sia il paziente/utente che gli animali coinvolti con l’intento inoltre di arginare il dilagante pressapochismo che spesso si nasconde dietro termini ed azioni confusive, che in molti casi causano più danni che benefici all’interno del settore. Il Ministero della Salute, al fine di potenziare la collaborazione tra medicina umana e veterinaria, ha istituito il “Centro di Referenza Nazionale” per gli Interventi Assistiti con gli Animali e Pet Therapy ed approvato le “Linee Giuda nazionali per gli IAA”. Ciò che emerge con chiarezza dalle Linee Guida Nazionali è il riconoscimento del valore riabilitativo delle attività mediate dagli animali da parte del Ministero della Salute e la conseguente diversificazione della sfera terapeutica da quella educativa, fino a quella ludico-ricreativa e socializzante. Tali interventi prevedono il coinvolgimento di un’equipe multidisciplinare composta da diverse figure professionali ed operatori che concorrono alla progettazione e realizzazione dell’intervento, ognuno con le proprie competenze, in stretta collaborazione sinergica.

Quali caratteristiche deve avere un animale coinvolto negli Interventi Assistiti con gli Animali?

Un animale è coinvolgibile in attività educative, ludico-ricreative e terapeutiche che lo vedono interagire con l’uomo , se possiede le seguenti caratteristiche: attitudini legate alla specie, alla razza, alla linea genetica; preparazione alla relazione con l’uomo; istruzione ai compiti richiestegli negli Interventi Assistiti con gli Animali ed abilitazione allo svolgimento di questi stessi.

A livello empatico, cosa spinge il cavallo ad entrare, più di tutti, in sintonia con l’uomo?

È considerevole il fatto che il cavallo sia ricco di valenze comunicativo-emozionali, in quanto questo animale, quale ponte relazionale e facilitatore di disposizioni relazionali, si pone come protagonista per eccellenza del rapporto bidirezionale affettivo tra uomo e cavallo. Il cavallo rappresenta uno dei mezzi indicati più efficaci in grado di stimolare l’individuo sul piano emotivo, sensoriale, affettivo sino a quello cognitivo e sociale; possiede infatti peculiarità specifiche dettate dalla sua natura e caratteristiche intrinseche in grado di facilitare l’apertura verso il mondo esterno grazie al piacere di una relazione speciale e ad una presenza viva ma non propositiva: il suo movimento, il suo calore, il suo odore fanno sì che tutti i sensi siano in gioco e ne potenzi i differenti ambiti.

L’approccio al cavallo è consigliato solo ad un target infantile/adolescenziale , o può essere  esteso anche al paziente adulto?

Le attività mediate da un animale così grandioso come il cavallo ha una notevole influenza sul miglioramento e sullo sviluppo di competenze trasversali di giovani adulti e bambini con difficoltà e compromissioni sul piano affettivo-relazionale, comportamentale e delle abilità nelle diverse aree della funzionalità globale della persona.

Nell’ottica della multidisciplinarità, è plausibile creare ponti fra un approccio con il cavallo come conoscenza di base, ed attività psico-educative didattiche?

La straordinaria emozione e sensazione che suscita la relazione di un bambino con un animale come il cavallo contribuisce allo sviluppo di aspetti educativi quali, accettazione di regole, disciplina, autocontrollo, socializzazione ed integrazione in un gruppo e soprattutto, a livello personale, vantaggio psichico di un notevole rinforzo di autostima, autocontrollo, senso di responsabilità, fiducia in se stessi e negli altri.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Quando Dio rimane un mistero…
Di
Salvatore Memeo -
15 Febbraio 2022
è la nostra fede che lo svela

Viviamo nel mistero. La vita stessa è un mistero. Tutto ciò che ci circonda lo è, se manca la fede.

Considerando mistero tutto ciò che ne rimane escluso dal nostro intelletto e che preclude ogni ragionamento razionale, possiamo affermare, con rispetto della forma e della sostanza, che il Mistero assoluto è Dio.

Egli, però, pur essendo Mistero, non si cela ma si “rivela” col Creato. Ci ha dato i vari sensi per farsi notare e che spesso, noi, non attiviamo positivamente, escludendo ogni forma di ricerca in tal senso e, a volte, negando pure l’evidenza dei messaggi che Egli ci invia. È in questi casi che il nostro scetticismo ci allontana dalla rivelazione e ci inchioda nei quesiti a cui, noi stessi, non “vogliamo” darci risposte.

Le distanze tra i corpi celesti, dove la misura è fatta in anni-luce, infittiscono il mistero. Lo sviluppo di queste lunghezze ci porta ad impossibilità e scoramenti, dove solo la razionalità oggettiva ci rende esenti da eventuali traumi. A volte si dà nome mistero ai tanti top-secret. Ma sono solo situazioni rese tali per le varie ragioni inerenti alle discrezionalità mantenute, sia a scopo di interesse personale, sia di impresa o sia per ragion di Stato. Sono segreti, più che misteri.

Da che mondo è mondo la scienza continua nelle ricerche per scoprire nuovi “passaggi” nel labirinto infinito della vita. Dagli aminoacidi, al cianuro, al brodo primordiale… Di questo immenso Universo-orologio che, come tale si muove e che, come precisione, non sono occorsi gli svizzeri a elaborarlo, poco o nulla conosciamo. L’orologio con le sue lancette è ripetitivo nella sua funzione rotatoria. Lo è pure il cosmo ma con ben altri e differenti movimenti tanto da dare qualche indizio alla mente umana ma non certamente a svelarsi e mettersi a nudo, in chiaro, in evidenza, nella sua complessità. Non per nulla è infinito e, come tale, inarrivabile.

Pure la filosofia affanna, laddove l’intelletto travalica la “ragione” e di questa ne fa un uso di comodo o distorto.

Quando Giacomo Leopardi si chiede: A che tante facelle? / Che fa l’aria infinita e quel profondo infinito seren? / che vuol dir questa solitudine immensa? / ed io che sono?

Egli si “rivolge” al mistero con la risposta che è nella stessa domanda: – Io che sono? Se non si accetta di essere figli di Dio si rimane nel mistero più assoluto. Il Leopardi, eccedendo in pessimismo, si chiede: -Che sono? Ecco dove sta il mistero: – Chi siamo o cosa siamo? Riteniamoci figli di Dio piuttosto che semplici cose nelle Sue mani. Siamo figli di Dio. Pure le nostre cose fanno parte di Lui. Quando il Poeta aggettiva la parola “infinito” con “sereno” lo fa in modo fantasioso poiché nessuno è in grado di determinare le condizioni di quella parte dell’universo che, all’uomo, resta aliena, misteriosa appunto.

La vita merita sempre di essere pienamente vissuta. Nell’accendere speranze alle nostre aspettative significa porsi nelle “mani” dell’incognito che possiamo definire “Mistero”. Accettando il mistero non facciamo altro che aver speranza in Dio poiché in Lui arriva il nostro desiderio ed è Lui che lo può germogliare, avverare.

Non possiamo spiegare il nulla se in esso non si immagini che alberghi un qualcosa. Il parlare del nulla ci allontana dalla fede. Quando si afferma: –Non ci credo se non tocco con mano è perché uno abbandona la teoria, il sentito dire, per passare alla pratica, alle cose reali.

San Tommaso, per antonomasia è citato spesso come un non credente anche se è nella lista dei Santi. Era stato dubitoso circa la resurrezione di Gesù Cristo, dopo la morte in croce. Egli nemmeno credette alla “voce” tramandata dagli apostoli finché non “affondo” (fece esperienza storica) le proprie dita nelle piaghe del Risorto. “Mistero della fede!”

Essere permeato di mistero eterno significa ben tutt’altro che trovarsi immersi nella totalità di frammenti non ancora specificati. Questo mistero eterno, rimane tangente all’arco della vita di ogni essere. Non si entra nel mistero con la rassegnazione, ma solo con la pienezza dell’amore e della fede in Dio.

Quel “…funesto a chi nasce il dì natale”, di Leopardi: per un non credente è il rifiuto della vita, mentre per un credente è la chiusura di un percorso e non certo di un inizio…

“Io e il mondo siamo una domanda infinita” (Karl Rahner).

“Quando un mistero diventa comprensibile, diventa un miracolo” (Albert Einstein).

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donmichelangelotondo più di un mese fa

Nelle pieghe di una partita persa c’è una piccola storia luminosa, il capo di un filo che – a tirarlo – racconta un pezzetto di storia d’Italia. David Sisi ha 29 anni, gioca a rugby, è seconda linea delle Zebre. Convocato in Nazionale per Italia-Inghilterra, domenica, era nella formazione che è poi scesa in campo. All’ultimo minuto, però, ha rinunciato. Anna, la sua compagna, stava partorendo a casa, l’ha raggiunta. Mentre la nazionale italiana perdeva, bisogna dire abbastanza rovinosamente, è nata una bambina, Tallula. Un giorno felicissimo. Era già successo, non molto tempo fa, che due giocatori degli All Blacks decidessero di non giocare per il medesimo motivo. Questione di priorità, certo.

Direte: è normale. Forse, ma non ancora tanto, e quando succede che ciò che dovrebbe essere normale lo sia bisogna farci caso. Segna un punto. Mi è venuta allora voglia di conoscere la storia di David Sisi. E’ nato a Rinteln, Germania, in una base militare britannica dove suo padre Carlo prestava servizio. Carlo Sisi era nato in Inghilterra da genitori italiani – il padre dell’Abetone, la madre di Sora – emigrati in Scozia durante la seconda guerra mondiale. Il bambino David cresce in Inghilterra, inizia a giocare a rugby e a sedici anni, quando va al college, inizia a pensare al professionismo. Durante le vacanze la famiglia torna, ogni volta che può, all’Abetone.

Per David sarebbe naturale entrare nella Nazionale inglese ma al momento di scegliere, invece, decide di tornare in Italia. Non certo nella squadra più forte, ma nel paese delle origini. Ottant’anni e due generazioni dopo la storia finisce il suo giro. Di base in base, di guerra in guerra, di campo di gioco in altro campo, fino a una bambina.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

La prima cosa bella di martedì 15 febbraio 2022 è il sogno di riserva di Gianmarco Tamberi. I sogni di riserva sono i più belli perché non si fatica a sognarli, se non si avverano, pazienza, ma se succede...

Gianmarco Tamberi è famoso: ha vinto l'oro ex aequo nel salto in alto la scorsa estate all'olimpiade dopo aver mancato per infortunio l'occasione 4 anni prima, quando era favorito. Una delle immagini simbolo, non solo dei Giochi, è stato il suo gesso spezzato sulla pista e la scritta che c'era sopra: "road to Tokyo". Un sogno quasi impossibile, ma realizzato.

Poi, la scorsa settimana, è stato convocato in America per giocare la partita delle celebrità nell'AllStar Game della Nba. E ha detto: "La notizia più bella della mia vita". Calpesterà lo stesso parquet dei suoi idoli della pallacanestro. L'atletica è il suo mestiere, il basket la sua passione.

È l'emisfero destro del suo cervello, la parte glabra del volto quando lo spaccava in due. Tutti abbiamo un sogno di riserva, conosco professionisti di successo, imprenditori pieni di soldi che darebbero tutto per poter cantare una sera sul palco con i Rolling Stones. Se dovesse realizzarsi, come per Tamberi la chiamata dell'Nba, sarebbero felici quanto alla prima causa vinta, al primo milione o all'oro di Tokyo. Ma in maniera diversa. Forse per questo accade, come una soddisfazione dal secondogenito. E alla fine tieni nel portafoglio quel biglietto. Un giorno sei arrivato in fondo alla strada per Tokyo, ma da lì, sollevato da un vento finalmente benevolo, in America.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

(Leggo)
MT 13,10-17

"...a voi è dato di conoscere i misteri..."

 

È molto bello che nei discepoli e nelle discepole l’esito del lavorio della Paro­la-seme è una domand­a: “Perché a loro pa­rli in parabole?”. Tornare a sentire è imparare di nuovo a farsi domande, a inte­rrogarsi, a stupirsi e meravigliarsi, a scoprire che niente è scontato e dovuto e che dire “non so” è fonte di sapienza e di gioia, di liber­tà e di incontro.

 

(Prego)
Il giorno risplende di luce
la terra è ripiena di gloria
torniamo a pregarti con fede o Cristo Signore del mondo.

 

(Agisco)
Ringrazio Gesù per la sua costante presenza nelle difficoltà e nelle gioie.

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donmichelangelotondo più di un mese fa

'Italia, dimmi di sì', il video per chiedere la riforma della legge sulla cittadinanza 

 

 https://video.repubblica.it/cronaca/italia-dimmi-di-si-il-video-per-chiedere-la-riforma-della-legge-sulla-cittadinanza/408146/408855 

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donmichelangelotondo più di un mese fa

10 Mila metri sopra il cielo

 

 La prima cosa bella di lunedì 14 febbraio,

 

inesorabilmente San Valentino, è la fissazione di farlo a 10mila metri sopra il cielo, che porta a regalarsi un viaggio su Love Cloud. È un volo privato per due persone che decolla da un piccolo aeroporto vicino a Las Vegas. Costa circa mille dollari, dura 45 minuti. A bordo invece dei sedili c'è un letto con lenzuola di raso rosso e una scatola di quei cioccolatini dell'ambasciatore. Il pilota tira la tendina, mette le cuffie e ciao. Scopo del gioco è entrare nel club del sesso ad alta quota, una fissazione così improbabile da essere diffusa.

È più scomodo, rapido e infelice, ma è stato venduto come un prodotto di marketing e quindi attira. Già non si capiva quello che ti voleva amare tre metri sopra il cielo, figurarsi più su. Per cento dollari in più si può avere un pasto a bordo e chi sceglie quell'alternativa e la vista del Nevada dall'alto, può già risparmiare i soldi per il divorzista. È sempre bello quando pongono la domanda: "Qual è il posto più strano dove l'hai fatto?". Di solito succede alla radio. Una volta un simpatico ascoltatore ha risposto al conduttore: "A casa tua, mentre non c'eri". Silenzio. Pubblicità.

 

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