Profilo BACHECA 480
E uscire dal proprio mondo è difficilissimo. Spesso mi sporgo e mi spingo oltre. Ma mi limito a guardare. A volte cerco di sentire e condividere. Detesto chi giudica e non guarda per davvero. Bisogna imparare molto dagli altri. E non credere di sapergli insegnare, sempre e tutto. A volte tacere è rispettare.Anzi sempre. Esercizi di cuore in cui inciampiano tutti, persi in una maledetta voglia di tenerezza.
E nel silenzio quello che senti cresce e diventa pianta dentro di te. E ti riempie di frutti, semi e dubbi. Senza spazio per il vuoto. Finché non ne senti bisogno, di un vuoto fecondo. Per accogliere ancora nuovi alberi. Possono solo intuirci, senza mai conoscerci davvero.
Ad ogni tocco un percorso....e un tappeto di brividi...
E poi inciampi nella gentilezza ed è sempre bellissima. La vita sorprende sempre, oltre le parole, e ti riscalda inaspettatamente le mani. Come una carezza. Quella che non hai chiesto.
Perché per dire alcune cose devi avere la sensazione che nessuno ti ascolti. E la tua voce sia un filo, tra te e la tua anima. Il gomitolo ingombrante che ci devasta e ci pulsa in petto. Davanti ad uno specchio immaginario, come nell’occhio di un pozzo qualunque, ti sporgi e raccogli la tua scia. Bava di luna. Intorno ad un rocchetto. Forse un’isola. Quella che non c’è. Ti strucchi e resti nuda, con la tua pelle, e le tue vene. E la luce triste dei tuoi occhi. Resti a contemplarne la fragilità, e tutta quella di cui sei fatta; tutta la voglia che hai avuto di nasconderla, come se il tuo riserbo fosse la tenda sottile e svolazzante della tua anima. E se inizi a contare, perdi sempre l’ultima cifra, e ricominci.
Uno…
E vorrei immergermi nel bianco, sentirmelo intorno e dentro. Nascondermi ed affondare. Lieve apnea, come quella che precede il delirio. E la corsa verso i sogni. Lo ho sempre odiato il bianco, ma adesso ne ho bisogno. Sapessi quanto bianco ho dovuto spazzare via. Il bianco è la polvere sui ricordi, il velo che ti confonde, ed è la tenda che ti separa dal mondo. Ed è bianco l'attimo dopo. E vorrei addosso tutto quel bianco, e poi nel respiro, attraverso il fiato, fino alle vene. Un attimo e mai più. Vorrei un bianco assordante, sfacciato ed insolente. Per ricordarmi che il tempo è andato, e per sentire tutta la prepotenza di quello a venire. Bianca è a volte la delusione, e poi trema di bianco, ancora e nuova, la speranza. Come una onda che arriva e ti urta e ti sporca. Non ho più paura di tutto questo bianco. Perché capita anche che segni la sagoma dei sogni. Dei passi. Del silenzio. Di tutta la distanza di cui abbiamo bisogno.
La solitudine è un cerchio candido ed insolente, a volte.
E questo sangue mi riga la carne, veloce e furente.
E smangia e segna e marchia.
Una goccia di sangue, dopo tutto quel bianco.
Sono viva.
Un punto contro l'indefinito.
Adesso tra le mie labbra potresti udire le oscenità più innocenti.
Bianco è il colore della indecenza.
E quella goccia di rosso infilza la appartenenza.
Più profonda ed intima di un segreto.
Così ho bisbigliato la mia verità.
E ora la urlo.
Ad occhi chiusi sul futuro.
Un giorno ti innamorerai di nuovo e il cuore ti esploderà nel petto.
Senza autocelebrazione, ma anche no! di una donna normale. Assolutamente normale, anzi proprio banale. E fiera di ciò.Della sua vita semplice. E ha sofferto, gioito, goduto e ancora sofferto.E ancora gioito. Dei posti, della gente, dei lunghi viaggi. Della sua terra. Ha scelto ed è stata scelta. E ha sbagliato. E sbaglierà. Ancora e tanto. Sempre a cuore libero e libera. Dimenticavo, anzi no! Il resto forse poi. Non ci posso fare nulla se sono così. Sbagliata ma vera. Click!
Se ci pensi nulla è più noioso della cattiveria. Ah no, la stupidità.
Non è mai ridicolo il bisogno di bellezza. E si annida nel senso profondo del bene. A volte, contro pelle, quasi graffia. Ma a me non importa della lente del giudizio. Io seguo il mio cuore. Sempre. Senza artifici. E spesso mi avvicino al male, consapevole del fatto che gli altri scambino quell'innocente desiderio, fatto di curiosità e di voglia di ignoto, in stupida disattenzione. Tutto perché mi piace conoscere l'anima e le sue infinite sfumature. E i brandelli che incautamente lasciamo perdersi. La lama sul cuore, ogni volta, come un rifiuto. Un gancio verso l'orrore della crudeltà. La ricerca del buono in tutto ci aiuta a guardarci per davvero. Come se ogni sguardo sia una carezza a questa umanità distratta ed assorta.E poi mi volto.
E ti piacerebbe che qualcuno inaspettatamente riuscisse a scoprire il tuo lato oscuro, i tuoi segreti, i tuoi tormenti, e volesse davvero guardarti per come sei. Perché è nel buio che si vede per davvero.