Le domande di Silvia; Io già da bambina
mi domandavo spesso perché la gente
fingesse. Come fa anche adesso.
“Mamma, perché quello ha una fiamma
sul cappello e baffi neri?”
“Perché è un tutore dell’ordine, Silvia,
te l’ho detto ieri!”“Perché papà veste in
giacca e cravatta di colori opposti?”
“Sottolinea il suo ceto e
non si confonde coi sottoposti.”“Ma è
così che si confonde, portando una
divisa.Più li guardo e più sembrano
statue di ghisa!”Col tempo,purtroppo,
anch’io feci l’abitudine.Ma prima mi
sentivo fra martello e incudine.Non
riuscivo davvero a distinguere il
vero dal falso e non mi aiutava
certamente il clero: “Mamma, perché
quell’uomo ha gonna e abiti neri?”
“Perché è il nostro parroco, Silvia, te
l’ho detto ieri!”“E perché anche un
giudice si cammuffa a quel modo?”
“Per ricordare agli altri che è una
persona ammodo.”
“E perché si atteggiano sempre tutti,
estate e inverno?”
“Per uniformarsi al prossimo ed evitar
lo scherno.” “Allora son schiavi del
giudizio altrui, son conformisti.
Non voglio essere come loro, son
troppo tristi!
“Perché le donne si truccano e
camminano su un piedistallo?”
“Per abbagliare meglio e potersi
aggiudicare un gallo.”
“Perché tutti hanno la pelle coperta
da tatuaggi di ordinanza?”
“Perché hanno capito che la vita è
solo una grande danza di maschere
obbligate a recitare e condannate
a fingere.
E’ questo il solo modo per poter, il
successo, stringere.”
“Ma non sono spontanei neanche
nudi davanti al mare!”
“Ricorda Silvia: l’importante è solo
ciò che appare.”
“Perciò indossano maschere e non
sono mai se stessi?”
“Si, bisogna assumere un ruolo e
non sembrare perplessi.”
Ora dormo sulla collina.
Qui son tutti in nero.
Ma ora almeno è logico, siamo in un
cimitero!
Ora che ci penso gli uomini si
abituano a tutto ma non capiscon
che fingendo, vestono la vita a lutto.
È proprio vero, che viviamo in un
eterno carnevale pieno di maschere.
Per distinguerle non c’è un occhiale.
