Profilo BACHECA 123
✧Con l'uso dell'intelligenza artificiale, alcuni individui rubano l'identità altrui per mettere in atto truffe. Un caso emblematico è il professor Matteo Bassetti, noto infettivologo genovese, la cui foto e nome vengono sfruttati per pubblicizzare e vendere prodotti (dicasi) medici. Molti, vedendo l'immagine del professore, vengono indotti ad acquistare articoli di dubbia provenienza e senza alcuna efficacia, che si rivelano essere vere e proprie truffe.
Da più tempo, molte persone hanno creato un'identità virtuale, dando vita a una sorta di esistenza parallela online, ricca di menzogne: utilizzano nomi fittizi, mostrano foto false e descrivono lavori improbabili. Non è necessario violare la privacy propria o altrui, e non intendo dire questo, ma alcuni costruiscono un'immagine di sé così distante dalla realtà, grazie a bugie e abbellimenti, che finiscono per confondersi e non ricordare più cosa sia vero e cosa sia falso di ciò che hanno messo in vetrina.
I primi (con l'intelligenza artificiale) vogliono vendere.
I secondi (con l'identità virtuale) vogliono vendersi. ✧
Durante una discussione, può succedere di sentirsi feriti da alcune parole che, in realtà, non ci riguardano affatto. Reagiamo in maniera apparentemente ingiustificata, ma in realtà è stato toccato un nostro punto sensibile, il nostro “tallone d'Achille”, risvegliando una vecchia ferita e provocando una reazione intensa. Si tratta di una reazione inconscia: al dolore, rispondiamo con la rabbia. Mostriamo le zanne, in modo obiettivamente esagerato; tuttavia, questa reazione ci dà l’occasione di osservarci con più attenzione e di capire cosa di preciso è scattato in noi. Le nostre azioni possono essere la punta di un iceberg: manifestazione di una ferita interiore più profonda che si nasconde nell'inconscio. Nel libro “Le cinque ferite e come guarirle” di Lise Bourbeau, si evidenzia che ci sono esperienze riguardanti il nostro passato, in grado di compromettere la nostra sopravvivenza: l'abbandono, il rifiuto, l'umiliazione, il tradimento e l'ingiustizia. L'autrice ci invita a riflettere su quale di queste categorie possa corrispondere al nostro punto dolente, in modo da chiarire meglio la sua natura. Affrontare quel “dolore assopito che riemerge inaspettatamente” è fondamentale, come suggerisce Kenji Miyazawa-
“Noi dobbiamo abbracciare il dolore e bruciarlo come combustibile per il nostro viaggio.”
I mostri che abbiamo dentro di noi devono essere disinnescati, prima o poi.
A volte basta riconoscerli, altre volte è necessario affrontarli e combatterli, affinché non interferiscano
con il nostro viaggio.
“Ridere non è solo contagioso, ma è anche la migliore medicina” (cit.)
L'umorismo è uno dei fattori che contribuiscono al benessere e alla soddisfazione personale. È importante saper rilassarsi e divertirsi, accettando le contraddizioni della vita; per questo motivo, l'umorismo ci aiuta a affrontare meglio i problemi.
Le risate, espressione di gioia e divertimento, hanno effetti straordinari sul nostro benessere fisico e psicologico. Non riesco a capire perché molte persone si sentano o desiderino apparire serie; non sorridono MAI, non ridono MAI e non si scompongono per NULLA, credo che temano di perdere la propria dignità mostrando un po' di umorismo.
È importante distinguere tra umorismo e comicità: mentre la comicità provoca reazioni immediate e istintive attraverso colpi di scena che scatenano il riso, l'umorismo è un processo intellettuale. Quest'ultimo richiede un'analisi e, accompagnato da un atteggiamento di affettuosa simpatia, mira a suscitare un sorriso.
- Davanti a me c'è un uomo che russa e una donna che ride delle sue imperfezioni.L'amore dovrebbe essere questo. Riuscire a ridere di ciò che da soli ci farebbe vergognare, imbarazzare. E invece lei ride. E lui ride. E io in quelle risate ci vedo tutto l'amore del mondo - [Mary Baccaglini]
Questo un esempio di intelligenza unita a un buon senso dell'umorismo: se lo perdi, smetti di essere intelligente.
Prenditi un attimo per staccare da tutto: spegni la TV, il computer e il cellulare. Non preoccuparti del cibo avanzato, della tavola da sparecchiare o dei piatti sporchi. Metti da parte tutto ciò che hai in mano e corri ad abbracciare i tuoi familiari.
Divertitevi insieme: ridete, giocate, lottate in una divertente battaglia con i cuscini, fatevi il solletico e cantate a squarciagola!
Non preoccupatevi di disturbare i vicini, fa tutto parte del divertimento!
Poi, sistematevi comodamente sul grande tappeto, incrociate le gambe e immergetevi nella lettura di favole da un vecchio libro dimenticato - da troppo tempo - sullo scaffale.
Gustatevi il pane con la Nutella e lasciatevi andare: illuminatevi di dolcezza e allegria! Con le mani un po' appiccicose, divertitevi a sporcarvi il viso, i capelli e i vestiti! E non dimenticate di scambiarvi dei pizzicotti sulle guance! E quando arriva la notte, tutti nel grande lettone, tra abbracci, baci e coccole: qui la pace è assoluta e totale.
✵ Nessuno si ricorderà del disordine di quel giorno; ciò che rimarrà è l'amore racchiuso in tutti quei gesti teneri e gioiosi.✵
✵ Il direttore giornalistico Feltri, dalle colonne del giornale 'Il Tempo", ha voluto scrivere parole solidali a Sgarbi, in merito alla sua depressione, affermando: “In questa battaglia non sei solo, in quel buco nero ci sono stato, fu un dramma. Dare consigli non si può, è da stolti solo pensarlo”, ammette. “Ogni depressione è una storia a sé”.
Questa malattia non risparmia nessuno. Può avere forme passeggere, fino alla diagnosi di disturbo depressivo maggiore (MDD). La depressione è una vera e propria malattia, che ci distacca dalla realtà e che può turbare gli equilibri familiari quando a soffrirne siamo noi o un nostro caro. Si prevede che entro il 2050 diventi la seconda malattia più diffusa del secolo.
La sensazione di tristezza, solitudine, vuoto e isolamento, accompagnata da cambiamenti fisici, fisiologici e cognitivi, influenza in modo significativo la capacità di "vivere dell'individuo".
Complesso identificare una causa specifica e univoca per la depressione. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’origine del disturbo dipende da molteplici fattori. È importante sottolineare che dalla depressione si può uscire. Il primo passo è non sottovalutarla e accettarla. La letteratura sottolinea che la combinazione della psicoterapia unita ai giusti farmaci è efficace. La presenza dei familiari è fondamentale: è importante ricordare loro che non devono scoraggiarsi, anche se i tempi di cura a volte possono essere lunghi. Coltivare le relazioni sociali e mantenere i legami con gli amici, anche attraverso i mezzi virtuali – come dimostrato durante la pandemia – può essere di grande aiuto per chi si trova in una situazione di vulnerabilità e tende a deprimersi. Questo approccio può contribuire a rompere il ciclo dell'isolamento e dell'inattività, fungendo da stimolo positivo.
La depressione è una condizione che spesso le persone cercano di nascondere. Ognuno di noi, ignaro del dolore che può provare chi si trova dall'altra parte dello schermo, dovrebbe sentirsi obbligato a esprimere le proprie opinioni e confrontarsi, senza però mancare di rispetto agli altri o, quanto meno, senza abbassarsi a livelli indicibili. ✵
14 𝔐𝔞𝔯𝔷𝔬 '25
⚛ Quando si va via dalla vita di una persona, bisognerebbe accertarsi di aver lasciato tutto in ordine, prima di chiuderci la porta alle spalle. Bisognerebbe avere la stessa cura che abbiamo usato nell'entrarvi.
E dunque, sarebbe buona cosa guardarla negli occhi e raccontarle di noi, di cosa non capiamo, di cosa ci chiama lontano da li.
Di cosa non troviamo più.
O semplicemente di cosa credevamo di aver trovato.
Dovremmo raccontarle di lei.
Di cosa abbiamo amato, di cosa è cambiato, di cosa non ha compreso di noi. Dovremmo chiederle come sta, cosa pensa, quanto male fa.
Ecco, quanto male fa. Quanto male le stiamo causando.
E poi abbracciarla e farle sentire che il suo amore non è stato sprecato, non è stato gettato via.
Quando ce ne andiamo dalla vita di una persona, dovremmo avere le mani pulite.
Dovremmo chiedere scusa, come quando il giorno che siamo entrati avremmo dovuto chiedere permesso.
Avremmo dovuto, ho detto.⚛
[P.DELTON]