

Mi manchi, questa è la sola cosa più vicina alla verità che posseggo, adesso.
E la serbo come la cosa più cara,
conscia del fatto che questa mancanza si avvicina alla tua presenza.
Ho provato a fare come fanno gli scrittori, quelli bravi,
quelli che sublimano questo sentire in qualche forma d'arte,
in qualche buon racconto da gettare nel mondo.
Ma non ci riesco.
Non mi interessa fare della buona letteratura,
non mi interessano i lasciti, questi furiosi dibattiti sulla parola, sull'eredità del passato.
Io che non eredito altro che un'assenza,
quattro cantoni di ricordi che nemmeno val più la pena guardare.
Siamo corpi, e il mio corpo mi dice di andare fuori, ballare un'intera notte,
trangugiare i silenzi e convertirli in musica.
La Woolf, lei sì che sapeva scrivere delle ottime lettere,
forse perché sapeva davvero cosa volesse dire amare, non come me.
Le mie non hanno né capo né coda, cosa pretendo con queste quattro sillabe, a chi parlo?
Solo ieri dicevo che l'agire è la soluzione. Agisci, fai.
Ma è solo un momento, non sei tu a mancarmi - mi dico - è solo quella me,
quella maniera di sentirmi al tuo fianco. Lo so bene.
Ma tu stammi bene, è così che si chiudono le buone lettere, forse.


🤍