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il.passo 21 ore fa

I tuoi occhi

 

 

Nel buio del mio pianto ho perso la luce dei tuoi occhi.

 

Si spenga la luna che pallida tenta di illuminare il tuo viso. Crolli un braccio della galassia, collassi il cielo, nel vuoto del mio sospiro. Dov'è il tuo sguardo su cui posare il mio? 

 

Che farmene di tutti i diamanti del mondo che brillano freddi gareggiando ad imitare inutilmente il bagliore dei tuoi occhi? Che tornino polvere nelle profondità della terra in attesa che una spaventosa pressione e milioni di anni possano riaccendere in loro una nuova scintilla. Io voglio quella che arde sul tuo viso. 

 

Voglio chiudere gli occhi e sentire i tuoi su di me. Solo questo.

 

 

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il.passo 21 aprile

Mute parole

Immerso nel parco ferito, circondato dal rombo dell'acqua, ascolto la tua voce di mute parole. 

 

Dalla forza di un tuo lieve sospiro, guarda nel cielo grigio, il graffio di luce.

 

E del mio pianto di gioia il parco si veste di verde brillante, avvolto da gorgoglii d'acqua gentili e dal dono del tuo respiro. 

 

Lui afferra tra i rami la tua voce silenziosa e la stringe a sé.

 

 

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il.passo 13 marzo

Piccina

 

Immagine che contiene cartone animato, dipinto, schizzo, disegnoIl contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

 

La bambina, sollevandosi in punta di piedi, scavalcò a fatica la bassa ringhiera. Atterrò sul marciapiede, si cacciò le manine nelle grandi tasche del grembiulino e mi guardò. - Cosa fai qui, piccina? - Le chiesi guardandomi attorno in cerca di un adulto. 

 

La fredda pioggerellina le appiccicò i rossi riccioli sulla fronte, così le porsi il mio ombrello per ripararsi. Era enorme per lei ed a fatica lo afferrò stretto senza smettere di guardarmi. 

Sentii la pioggia bagnarmi il viso, appiccicarsi agli occhiali. Vidi la bimba scomporsi in tante piccole immagini come in surreale gioco psichedelico. Mi tolsi gli occhiali e passai una mano sul viso. 

 

- Dov'è la tua mamma? - le chiesi indicando la casa in fondo al giardino alle sue spalle. Lei si tolse di tasca un fazzolettino tutto stropicciato, lo guardò per un secondo indecisa, poi me lo tese.

 

- Grazie - le dissi cominciando ad asciugare le lenti. Mi avvicinai al cancelletto di legno e suonai il campanello. Vidi una luce accendersi nella grande casa e la bimba si girò correndo e saltellando verso la luce. Forse si accorse di avere ancora il mio ombrello in mano, perché si fermò, ci pensò un momento, poi con una manina mi salutò, prima di scomparire in casa. - Ciao piccina - le gridai sorridendo. 

 

La pioggia si fece intensa e mi strinsi il bavero del giaccone per ripararmi. Cominciai a camminare svelto, senza smettere di sorridere.

 

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il.passo più di un mese fa

San Valentino

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Lontana, danzi alla luna,
le ali spiegate, tese al volo.

 

Trattengo il respiro, amore,
in attesa di abbracciarti.

 

Vibra la notte, dedicata all’amore
e ad una primavera che verrà.


Bellissima farfalla.

 

 

 

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il.passo più di un mese fa

Il pettirosso

 

 

Attende la neve
saltellando impaziente.

 

Ascolta il vento
che gli arruffa le piume.

 

 

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il.passo più di un mese fa

Sospiro

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La luna sorge dalla montagna
come un faro nella tempesta.

 

Guida gli sguardi degli innamorati
sfidando il vento ed il freddo

 

per un sospiro.

 

 

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il.passo più di un mese fa

Il fiocco di neve

 

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Ricordava quando era una semplice gocciolina d'acqua. Si guardò mentre fluttuava nella nuvola bassa, così vicina al fianco della montagna da poter restare impigliata tra gli alberi.

 

Era gonfia, aveva perso la sua sfericità per indossare un abito di cristallo. Come Cenerentola, pensò. Le venne da ridere.

 

Un raggio di sole colpì il fiocco di neve e lo fece scintillare. Un piccolo arcobaleno rimbalzò tra le pareti della nuvola lasciandolo sbalordito.  Venne afferrato da una forte corrente d'aria che lo sballottolò facendolo urtare contro altri piccoli fiocchi. Si aggrappò ad uno di essi e sentì che perdeva quota. 

 

Non precipitò di colpo, no. Scese dolcemente ed ebbe modo di vedere dove stava andando. Vide una stretta strada asfaltata e trattenne il fiato. Dondolò di quel poco che le bastò per atterrare in un giardino e posarsi su un cespuglio di rose. 

 

Una spina le fece da culla. 

 

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il.passo più di un mese fa

Luce

 

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La cagnolina si accucciò ai tuoi piedi, poggiando il muso sul pavimento. – Sai? Mi ricordo quella notte come se fosse ieri, invece sono passati quattro anni. – La coda si mosse lentamente. -  Era una notte come questa, ero intorpidita dal freddo, spaventata dal buio che mi circondava. - Chiuse gli occhi e venne assalita da un brivido.

 

- Sentii uno strappo, uno squarcio e venni investita da una luce accecante. – sollevò un orecchio – Non ero più abituata alla luce, e nonostante la distanza ti vidi e capii che la mia vita di freddo e buio era finita. Sentii il tuo profumo, profumo di buono. Ti vidi e mi innamorai immediatamente di te. -

 

La cagnolina vide la gatta avvicinarsi silenziosa e si alzò andandole incontro. – Mai avrei pensato di poter tornare, di sentirmi ancora amata, di poter ancora amare. – La gatta chinò il capo in segno di assenso e si strusciò contro una tua gamba, La cagnolina fece altrettanto e tu ti abbassasti ad accarezzarle entrambe.

 

- Auguri tesoro, auguri per questa notte speciale. In questi quattro anni mi hai insegnato ad essere io luce che guida, ma anche se non so se lo farò ancora, sono qui, ti amo e non ti lascerò mai.

 

La gatta guardò la cagnolina che aveva ricominciato a scodinzolare piano, si girò verso di te, saltò sulla sua poltrona preferita e si acciambellò soddisfatta. Poteva riposare ora.  

 

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il.passo più di un mese fa

La farfalla

Una raffica di vento la strattonò costringendola ad abbracciare lo stelo del papavero con tutte le sue forze. La farfallina, bianca come la porcellana, vide il fiore rosso piegarsi fino a sfiorare il terreno, ma resistette.

 

Era stanca, le sottili zampette doloranti per lo sforzo di tenersi aggrappata al fiore. Socchiuse gli occhi mentre una nuova folata di vento la investiva. Alzò lo sguardo per orientarsi e vide la luce della luna. Il vento piegò il fiorellino verso di lei in un inchino. Ne afferrò un petalo, una goccia di sangue rosso che volteggiò verso nord fino a scomparire. 

 

La farfalla si voltò e vide la punta delle sue ali, Il papavero le aveva striate del suo colore rosso fuoco.

 

Un secondo petalo si staccò, volteggiò indeciso per un momento per poi dirigersi anch'esso verso nord. La farfalla lo seguì con lo sguardo finché non lo vide scomparire. Sospirò e poi con un saltello deciso staccò le zampe dallo stelo spiccando il volo. Il vento la avvolse in un abbraccio.

 

 

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il.passo 23 aprile

Invenzioni

Immagine che contiene vestiti, Viso umano, labbro, ritratto

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Chi ha inventato il bacio aveva un cuore che batteva all'impazzata e labbra irraggiungibili?
Chi ha inventato il bacio sapeva quanto fosse difficile averti lontana?

 

Chi ha inventato la carezza conosceva la dolce freschezza della tua pelle? 
Il bollente tocco della tua mano? No, vero?

 

Chi ha inventato il sorriso sapeva come scava in profondità il vedere il tuo?
Lo sa come le tue labbra perfette sono illuminate dai tuoi denti brillanti? Come  il tuo sorriso illumina il tuo viso, il mondo che ti circonda?

 

No nessuno di loro lo sa.
Ma voglio un tuo bacio, una tua carezza ed un tuo sorriso.

Ora

Sempre

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