Profilo BACHECA 8
SOLITUDINE
La solitudine delle volte riempie i vuoti che le folle oceaniche creano.
Non serve guardarsi allo specchio per capire chi siamo.
Delle volte basta un po’ di sana solitudine ed un pizzico di malinconia per apprezzare il valore delle piccole cose…..
Il silenzio, un bicchiere di prosecco gelato, l’aria tersa e frizzante e l’anima aperta e nuda.
Specchiarsi senza guardarsi,
specchiarsi con gli occhi dell’anima,
guardarsi dentro e vivisezionarsi dimenticando la corporalità .
Serve, serve molto farlo.
Provare per credere.
Pensando al Natale e al rito del presepio, stanotte non riuscendo a predene sonno
mi sono rivisto bambino….. un ricordo, un flash che piano piano ha ripreso corpo.
Una vecchia capannina in legno di un povero presepio con finto muschio e statuine in gesso scolorite e mutilate… San Giuseppe con la veste dimezzata, la madonna con la mano sinistra amputata, il bue con un filo di ferro tibiale , come se la gamba fosse stata scarnificata, il bambinello a braccia spalancate che reggevano solo grazie a copiosi interventi di rinforzo a base di colla vinilica.
L’unica statuina sana era quella dell’angelo annunciatore, l’unico che pur volando era rimasto integro a dispetto del gancio di sostegno fra le ali tutt’altro che stabile.
Tralascio gli altri personaggi che altro non erano che comprimari di completamento
L’angelo, quello era il mio personaggio preferito, ricordo che lo prendevo fra le dita e lo facevo volare sopra al presepio sconfinando in mondi inesplorati, in cucina, in bagno, in ripostiglio e addirittura nella camera dei miei genitori davanti alla specchiera per guardare l’angelo e guardarmi.
Io volavo con lui fantasticando non so cosa ma fantasticando,volando con i piedi per terra ma volando nella magia di un natale perduto.
Cosa resta di quel fanciullo di ieri? Forse tutto forse nulla. Resta il desiderio di volare, resta il desiderio di sognare, resta la consapevolezza di avere i piedi per terra e di doverceli tenere, resta la voglia di amore e resta l’idea di guardarsi allo specchio mentre si fa volare l’angelo, o il diavolo che c’è in noi.
Se poi devo dare un senso a questo post post natalizio ecco che allora guardandomi in giro e facendo un confronto fra i Natali fanciulli e quelli adulti mi rendo conto che i primi erano ”unificanti” mentre gli ultimi sono “separanti”.
Mentre i primi nella memoria erano e restano magici e fantastici, oggi l’unico vero miracolo dei natali “adulti” è quello di denudare le nostre anime e di farle apparire nella loro vera dimensione.
Ecco allora magicamente apparire la solitudine dei soli, la grettezza dei gretti la generosità dei generosi , l’ipocrisia degli ipocriti, la dolcezza dei dolci, la grandezza dei grandi e la piccolezza dei piccoli.
Nella rappresentazione natalizia chi recita viene irrimediabilmente smascherato; ed è forse per questo che il natale viene vissuto con fastidio dai più.
Il natale diventa il momento della resa dei conti , il momento in cui si guarda , si scopre, si capisce ma si va avanti facendo finta di non aver guardato, scoperto e capito.
Il tuo foturo parte da oggi ma non fermarti al domani.
Se spazi e guardi lontano scopri mete e traguardi inaspettati, come il Monviso visto da Milano...sembra impossibile... ma eccolo...
Per arrivare al paradiso occorre passare dal Purgatorio...sempre che non sia meglio l'inferno



