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dominjus 10 dicembre

nel labirinto di me stesso ...

 

 

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dominjus 06 dicembre

SOLITUDINE

La solitudine delle volte riempie i vuoti che le folle oceaniche creano.
Non serve guardarsi allo specchio per capire chi siamo.
Delle volte basta un po’ di sana solitudine ed un pizzico di malinconia per apprezzare il valore delle piccole cose…..

Il silenzio, un bicchiere di prosecco gelato, l’aria tersa e frizzante e l’anima aperta e nuda.
Specchiarsi senza guardarsi,
specchiarsi con gli occhi dell’anima,
guardarsi dentro e vivisezionarsi dimenticando la corporalità .
Serve, serve molto farlo.
Provare per credere.

 

 

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dominjus 02 dicembre

Pensando al Natale e al rito del presepio, stanotte non riuscendo a predene sonno 

mi sono rivisto bambino….. un ricordo, un flash che piano piano ha ripreso corpo.

Una vecchia capannina in legno di un povero presepio con finto muschio e statuine in gesso scolorite e mutilate… San Giuseppe con la veste dimezzata, la madonna con la mano sinistra amputata, il bue con un filo di ferro  tibiale , come se la gamba fosse stata scarnificata, il bambinello a braccia spalancate che  reggevano solo  grazie a copiosi interventi di rinforzo a base di colla vinilica.

L’unica statuina sana era quella dell’angelo annunciatore, l’unico che pur volando era rimasto integro a dispetto del gancio di sostegno fra le ali tutt’altro che stabile.

Tralascio gli altri personaggi che altro non erano che comprimari  di completamento

L’angelo, quello era il  mio personaggio preferito, ricordo che lo prendevo fra le dita e lo facevo volare sopra al presepio sconfinando in mondi inesplorati, in cucina, in bagno, in ripostiglio e addirittura nella camera dei miei genitori  davanti alla specchiera per guardare l’angelo e guardarmi.

Io  volavo con lui  fantasticando non so cosa ma fantasticando,volando  con i piedi per terra ma volando nella magia di un natale perduto.

Cosa resta di quel fanciullo di ieri? Forse tutto forse nulla. Resta il desiderio di volare, resta il desiderio di sognare, resta la consapevolezza di avere i piedi per terra e di doverceli tenere, resta la voglia di amore e resta  l’idea di guardarsi allo specchio mentre  si fa volare  l’angelo, o il diavolo che c’è in noi.

Se poi devo dare un senso a questo post post natalizio ecco che allora  guardandomi in giro e facendo un confronto fra i Natali fanciulli  e quelli adulti  mi rendo conto che i primi erano ”unificanti” mentre gli ultimi sono “separanti”.

Mentre i primi nella memoria erano e  restano magici e fantastici, oggi l’unico vero miracolo dei natali “adulti” è quello di denudare le nostre anime e di farle apparire nella loro  vera  dimensione.

Ecco allora magicamente apparire la solitudine dei soli, la grettezza dei gretti la generosità dei generosi , l’ipocrisia degli ipocriti, la dolcezza dei dolci,  la grandezza dei grandi e la piccolezza dei  piccoli.

Nella rappresentazione natalizia  chi recita viene  irrimediabilmente smascherato;  ed è  forse per questo che il natale viene vissuto con fastidio dai più.

Il natale diventa il momento della resa dei conti , il momento in cui  si guarda , si scopre, si capisce ma si va avanti facendo finta di non aver guardato, scoperto e capito.

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dominjus 30 novembre

                             Il tuo foturo  parte da oggi ma non fermarti al domani.

Se spazi e guardi lontano scopri mete e traguardi inaspettati, come il Monviso visto da Milano...sembra impossibile... ma eccolo...

 

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dominjus 29 novembre

Come un'araba fenice sono pronto a rinascere dalle mie ceneri

 

 

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dominjus 27 novembre

... Quando l'ìinferno da metafora diventa reale.

 

 

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dominjus 27 novembre

Per arrivare al paradiso occorre passare dal Purgatorio...sempre che non sia meglio l'inferno

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