Della stessa crepa.
Avanzi di polverosa bellezza.
Presi da un’aura fredda sui volti appoggiati a scrutarci.
Nel mezzo, lo stato bulimico di buio.
L’odore tenace al caos dei sensi che ci risucchia.
Perché attratti come falene alle velenose candele in preghiera.
L’urlo che si condensa nel mutismo di una ferita incendiata.
Della stessa sete.
Di quel sangue nascosto agli occhi e dalla bocca del mondo.
_blankshine_